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mercoledì 26 ottobre 2011

Urologia: ancora tabù?

il Dottor Mario De Siati, urologo e andrologo. Gli abbiamo rivolto alcune domande su quali siano le patologie più comuni tra i giovani

31/08/2011
di Alessia Strinati



Oggi per voi abbiamo intervistato il Dottor Mario De Siati, urologo e andrologo. Gli abbiamo rivolto alcune domande su quali siano le patologie più comuni tra i giovani nel suo ambito e il modo migliore per affrontarle.

Quali sono, secondo la sua esperienza, le malattie urologiche più comuni tra i giovani?


Dobbiamo distinguere per sesso: nel sesso femminile sono frequenti le infezioni urinarie, la cistite per intendersi; la frequenza di questo disturbo aumenta drasticamente con l’inizio dell’attività sessuale. Voglio precisare che non si tratta di una malattia sessualmente trasmessa, diciamo che l’attività sessuale, a causa di un fattore anatomico tipico della donna, brevità dell’uretra e vicinanza con la parte terminale dell’intestino, predispone a questo disturbo.



Nel sesso maschile sono frequenti le prostatiti, le uretriti e le infezioni da HPV (condilomatosi) prese a causa di rapporti sessuali non protetti. Nel maschio, inoltre, può essere presente il varicocele (dilatazione delle vene del funicolo spermatico) che può talvolta predisporre all’infertilità e la fimosi che può rendere difficoltosi i rapporti sessuali e predisporre alle infezioni urinarie.



La calcolosi urinaria è presente in entrambi i sessi ed è dovuta a un’alimentazione sbagliata e/o a una non sufficiente assunzione di liquidi. Bere in maniera adeguata previene molte malattie urologiche.



Ovviamente in questa sede non è possibile menzionare tutte le problematiche urologiche o andrologiche, ma sarebbe buona regola, sia nell’uomo che nella donna, eseguire delle periodiche visite preventive.


Quando esisteva la leva obbligatoria, molte malattie dell’apparato urogenitale maschile venivano diagnosticate precocemente e curate.


Possono queste malattie, se non curate adeguatamente, diventare croniche e compromettere l’apparato genitale?



Ogni malattia malcurata tende a diventare cronica e/o a peggiorare, quindi l’invito è a non trascurare nessun problema ed evitare il fai da te, perché un’auto prescrizione di un farmaco può peggiorare la situazione o far tardare la diagnosi.



Un problema urologico, può essere un campanello d’allarme per malattie che interessano anche altri organi, come ad esempio i reni?


Come dicevo nessun sintomo deve essere trascurato (disturbi della minzione, presenza di sangue nelle urine o nel liquido seminale, aumento del volume dei testicoli ecc) e va riferito al proprio medico di famiglia, che dovrebbe fare da filtro e valutare l’opportunità di una visita specialistica

La cistite. Si tende a pensare che sia un problema esclusivamente al femminile, è così?



La cistite, nella fascia d’età che stiamo prendendo in considerazione, interessa quasi esclusivamente il sesso femminile e la si previene con una giusta igiene e l’assunzione di un’adeguata quantità di acqua (per prevenire la calcolosi e le infezioni urinarie è buona regola che le urine abbiano sempre un colore chiaro e mai carico) ed evitando di ritardare eccessivamente i tempi tra una minzione e l’altra. Ovviamente, le cose non sono sempre così semplici perché alcune donne hanno una predisposizione “congenita alla cistite “e in questi casi la terapia non è sempre facile.


La prostata. Da quale età è consigliabile iniziare a fare i controlli e quali le misure preventive da attuare per limitare i disturbi in età adulta?



Il capitolo delle malattie prostatiche è molto vasto e viene diviso fondamentalmente nelle prostatiti che sono presenti sia nel giovane che nell’anziano e nell’ipertrofia prostatica e il carcinoma della prostata che, salvo rare eccezioni, sono presenti negli uomini dai 50 anni in su.



Voglio fare una premessa, e cioè che la salute che ognuno avrà nell’età avanzata dipende molto da un giusto stile di vita (alimentazione equilibrata, abolizione del fumo, alcol, droghe, sedentarietà, obesità, ecc) che deve iniziare sin dall’infanzia e questo è altrettanto vero per quanto riguarda le patologie prostatiche, quindi il sesso protetto e non promiscuo riduce l’incidenza delle prostatiti e un’alimentazione equilibrata ricca di alimenti vegetali e sostanze antiossidanti riduce l’incidenza e la gravità del dell’ipertrofia prostatica e del carcinoma della prostata.



È buona regola, comunque, dai 50 anni in su, anche in assenza di sintomi, eseguire delle visite preventive periodiche.







http://www.quotidianogiovanionline.it/Salute/Notizia/1277/Urologia-ancora-tab.aspx

sabato 22 ottobre 2011

Troppi interventi di allungamento del pene

lo studio - L'85% DI CHI VA IN SALA OPERATORIA NON NE AVREBBE BISOGNO


La Francia lancia l'allarme: «Troppi interventi di allungamento del pene»

L'Accademia di chirurgia transalpina: inutili e dannosi


MILANO - Sempre più cittadini francesi ogni anno decidono di sottoporsi a dolorose operazioni chirurgiche per allungare il pene. Lo ha reso noto giovedì scorso l'Accademia di chirurgia transalpina che ha anche rilevato come spesso questi interventi siano inutili e dannosi.

I DATI - Secondo l'istituto di ricerca, molti uomini hanno la sensazione di avere un pene troppo piccolo ma in realtà non avrebbero bisogno di un intervento correttivo. Circa l'85% dei maschi che in Francia si presentano in sala operatoria ha un pene di dimensioni normali. «Una domanda così alta è legata più che altro all'immagine che si vuol avere di se stessi piuttosto che a delle vere e proprie disfunzioni - spiega lo studio -. Il ruolo del chirurgo è allora pedagogico. Bisogna spiegare la realtà al paziente senza respingere la sua richiesta, ma dimostrando la mancanza di fondamento di tale intervento».

LE MISURE - Proprio per rassicurare, l'Accademia pubblica uno studio in cui sono diffuse le misure medie che dovrebbe raggiungere il pene per essere considerato fisiologicamente attivo: a riposo tra i 9 e 9,5 centimetri, in erezione tra i 12,8 e i 14,5 cm. La circonferenza del pene a riposo si dovrebbe inoltre attestare intorno agli 8,5 cm, mentre in erezione può superare i 10,5 cm. L'Accademia afferma che qualsiasi uomo che raggiunge queste dimensioni non ha alcun bisogno di sottoporsi a operazioni chirurgiche e nessuna decisione d'intervento deve essere presa senza prima consultare uno specialista.

DANNI - Gli studiosi avvertono anche che le moderne tecniche di allungamento del pene possono essere controproducenti causando gravi problemi di erezione. Secondo la ricerca l'uso di alcuni materiali come il silicone e la vaselina dovrebbe essere proibita, mentre le iniezioni di grasso autologo hanno un effetto transitorio a causa del riassorbimento del grasso stesso.



Francesco Tortora

21 ottobre 2011 22:43

 CORRIERE.IT

giovedì 6 ottobre 2011

Eiaculazione Precoce: superare l'imbarazzo per ritrovare l’intesa

Eiaculazione Precoce: superare l'imbarazzo per ritrovare l’intesa


Maschi italiani e sesso. A indagare un sondaggio condotto su 750 persone di età diverse in occasione della recente Giornata mondiale della salute sessuale dal quale sono emerse non poche sorprese, non tutte positive.

Innanzitutto un dato: quattro milioni di italiani soffrono di Eiaculazione Precoce (EP), ma il problema viene spesso sottostimato a causa di timori e imbarazzo che circondano la questione. Se, infatti, spesso si parla di disfunzione erettile, l’Eiaculazione Precoce resta ancora un problema confinato alla camera da letto, soppresso tra silenzi e sensi di colpa. La compagna, in tal senso, può svolgere un ruolo-chiave: la maggior parte dei pazienti si rivolge allo specialista solo dietro pressione o richiesta della partner.

Ma quando si può parlare di Eiaculazione Precoce? Le principali società scientifiche internazionali (tra queste l’International Society for Sexual Medicine, l’American Urological Association e l’European Association of Urology) definiscono l’Eiaculazione Precoce sulla base di tre elementi:


1.un’eiaculazione che si verifica, in modo persistente o ricorrente, in seguito a stimolazione sessuale minima, prima o durante la penetrazione vaginale;

2.la mancanza di controllo dell'eiaculazione;

3.le conseguenze negative sul piano personale, come insoddisfazione e frustrazione.

E quali sono le cause principali dell’Eiaculazione Precoce? In merito alle cause dell’EP si distingue tra forma 'primaria' e forma 'secondaria'. La prima è molto più diffusa della seconda, come confermano le diagnosi effettuate durante gli EpDays, una 'tre giorni' di viste gratuite dedicata agli uomini afflitti da questo problema.


La forma primaria, presente sin dai primi rapporti sessuali e con quasi tutte le partner, può dipendere anche da cause neurobiologiche, determinate geneticamente, responsabili di una ridotta concentrazione di una sostanza, la serotonina, che provoca la mancanza di controllo nel riflesso eiaculatorio.

Studi recenti, infatti, hanno dimostrato che è questo neurotrasmettitore a controllare l’eiaculazione e la risposta sessuale maschile: un aumento dei livelli di serotonina a livello del sistema nervoso centrale svolge un’azione inibitoria sull’eiaculazione, ritardandola. L’Eiaculazione Precoce risulta, invece, associata a una ridotta concentrazione di serotonina.



La forma secondaria di EP è invece causata da altre patologie (ad esempio prostatiti o disturbi alla tiroide) o anche da cause psicologico/situazionali (ansia/stress) e a differenza della primaria compare dopo un periodo di normale attività sessuale.


Si tratta, sia per la forma primaria che per quella secondaria, di un disturbo che va affrontato insieme allo specialista andrologo o al sessuologo medico e che con le cure adeguate, oggi disponibili, può essere risolto.



Per avere un primo contatto con il medico, e favorire il dialogo medico-paziente, è attivo all'indirizzo www.eiaculazioneprecocestop.it il servizio di consulenza online 'Chiedi all'Esperto' che offre a quanti soffrono di Eiaculazione Precoce la possibilità di richiedere un parere medico gratuito, personalizzato e anonimo agli esperti del settore sui problemi di Eiaculazione Precoce.


Fonti Ansa

eiaculazioneprecocestop.it

lunedì 3 ottobre 2011

NOVIR

http://www.novir.it/novir/


Novir è un integratore alimentare a base di oligoelementi, vitamine e aminoacidi coadiuvante nella disfunzione erettile, nell’oligospermia, nella spermatogenesi e nell’affaticamento muscolare.


ATTENZIONE! Novir NON è un farmaco, ma un prodotto naturale e assolutamente privo di controindicazioni!

La sua composizione è semplice, ma allo stesso tempo estremamente efficace!

Coenzima Q10
Il Coenzima Q10 è un componente essenziale della catena respiratoria mitocondriale, stimola la produzione di energia cellulare (ATP) e protegge le cellule dal danno da radicali liberi grazie ad una potente azione antiossidante..


L-Citrullina

-E' un amminoacido con doverse funzioni:

-aumenta notevolmente la disponibilità periferica di arginina più della diretta assunzione;

- esercita un effetto vasodilatatore aumentando la disponibilità di ossido nitrico;

- ha un’azione protettiva sui vasi sanguigni e ha un’attività antiaterosclerotica;

- aumenta il ritmo metabolico dell’organismo, la performance aerobica e diminuisce la fatica muscolare;

- stimola il sistema immunitario;

- accelera la ripresa in situazioni di stress anche postchirurgico.

.L-Carnitina
La L-carnitina svolge un ruolo fondamentale nel trasportare gli acidi grassi attraverso la membrana mitocondriale interna, riduce i livelli di trigliceridi e nel contempo incrementa quelli di colesterolo HDL.
Ha un’azione antiossidante, cardioprotettiva e neuroprotettiva..

Vitamina E
E’ un potente antiossidante, neuroprotettivo, immunomodulante e stabilizzante di membrana. E’ essenziale nella regolazione della spermatogenesi e del ricambio dell’epitelio delle vie seminali. Studi recenti hanno dimostrato che contribuisce a migliorare la motilità e la morfologia degli spermatozoi.

Zinco
L’integrazione di zinco risulta utile nelle forme di infertilità maschile e femminile e nel soggetto maschio con prostatite cronica..Modalità d’uso


Assumere una compressa masticabile ogni 12 ore a stomaco vuoto per un mese, successivamente assumere una compressa al mattino prima di colazione..

domenica 2 ottobre 2011

Il pomodoro cotto è in grado di proteggere la prostata dal tumore

Studio del Centro Scienze dell'Invecchiamento dell'università di Chieti




Il pomodoro (cotto) protegge la prostata, se cucinato intero, con semi e buccia, il re della cucina mediterranea mostra un'efficace attività antitumorale



Intero, con buccia e semi compresi, e cotto: così va portato in tavola il pomodoro per proteggere la salute maschile. Da tempo il re della cucina mediterranea è studiato per le sue proprietà anticancro, soprattutto per uno dei suoi componenti, il licopene. Ora però uno studio italiano sostiene che il pomodoro nella sua interezza sia molto più efficace dei singoli micronutrienti nella prevenzione del tumore della prostata.



LA SALSA MEGLIO DI UNA PASTICCA - La dimostrazione delle virtù del pomodoro cotto proviene da uno studio su modelli animali condotto dagli esperti del Centro Scienze dell'Invecchiamento dell'università di Chieti, in collaborazione con l'università Federico II di Napoli, e pubblicato sulla rivista Cancer Prevention Research. Così Manuela Iezzi, ricercatrice del centro abruzzese, spiega come può essere che a livello di prevenzione il sugo sia più interessante di un integratore: «Abbiamo appurato che una dieta arricchita con pomodoro intero, specie se cotto e con la buccia, come accade nelle più tipiche preparazioni della cucina mediterranea, riduce lo sviluppo dei tumori della prostata e i fattori infiammatori coinvolti nel processo tumorale. Molto più di quanto può accadere assumendo un solo componente, come il licopene».



PROTEZIONE ANTICANCRO - I ricercatori dell'Università di Chieti hanno simulato su topi da laboratorio manipolati geneticamente gli stadi di un tumore della prostata umano. Una parte degli animali è stata nutrita con estratto di pomodori cotti della varietà "ciliegino", in quantità pari al 10 per cento della dieta giornaliera. In questo gruppo di soggetti la sopravvivenza è aumentata (dall'11 al 67 per cento), il tumore è evoluto più lentamente, c'è stata una maggiore attività antiossidante e un minor livello nell'organismo dei marcatori dell'infiammazione (quest'ultimo è un processo particolarmente importante nella formazione dei tumori che colpiscono la ghiandola prostatica). «L'indagine è stata finanziata da programmi di ricerca di sviluppo industriale che vedono la collaborazione del settore pubblico e di alcune aziende alimentari - spiega ancora Manuela Iezzi - ed è servita, fra l'altro, a provare che non tutte le preparazioni e non tutte le qualità di pomodoro offrono gli stessi benefici in termini di chemioprevenzione».



ALIMENTI AMICI - Il tumore della prostata è la seconda forma di cancro più diffusa fra gli uomini (dopo quello al polmone) e la prima nei Paesi più ricchi. Oltre ai pomodori, i nutrienti più spesso studiati in relazione ai tumori prostatici sono il tè verde (ricco di polifenoli antiossidanti), la soia, la melagrana, oltre a singoli nutrienti come il selenio, la vitamina D e la vitamina E. I risultati non sono univoci, ma gli esperti concordano sugli effetti protettivi di una dieta equilibrata e varia, ricca di frutta e verdura..