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mercoledì 12 maggio 2010

Liberati dall’Eiaculazione Precoce. E’ il momento di chiedere la soluzione al medico.


Diagnostica Globale
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Dott. De Siati Mario

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giovedì 6 maggio 2010

LA LONGEVITA’ DIPENDE PER CIRCA IL 70% DA FATTORI AMBIENTALI COME UNA BUONA VITA SOCIALE

segreto per vivere fino a 100 anni non sta nella genetica ma nella personalita' e in uno stile di vita sano e sereno, circondati da familiari e amici. Lo indica una ricerca australiana su quasi 200 persone di 100 anni o piu', che ha individuato diversi tratti comuni, fra cui non fumare, non bere in eccesso e mantenere un peso regolare, ma anche buone relazioni e contatti sociali. Altri fattori determinanti sono rappresentati dall’ottimismo e dall’apertura al cambiamento.
L'autore della ricerca, il prof. Robyn Richmond della Scuola di salute pubblica dell'universita' del Nuovo Galles del sud, in una relazione alla Conferenza della Federazione internazionale sull'invecchiamento a Melbourne, ha evidenziato che circa il 20-30% della probabilita' di arrivare a 100 anni dipende dai geni e che quindi i fattori ambientali hanno un peso fra il 70 e l'80%.
Nel campione studiato sono stati osservati livelli di depressione piu' bassi del resto della comunita' e un'incidenza minore di malattie cardiache rispetto agli ottantenni. Un fattore chiave si e' rivelata la rete di relazioni. Dei 188 partecipanti, l'88% ha contatti con la famiglia almeno una o due volte la settimana, il 26% ha contatti quotidiani con familiari e il 76% partecipa regolarmente ad attivita' di gruppo organizzate. Per il 90% sono sposati o vedovi e il 10% separati, divorziati o mai sposati.

domenica 2 maggio 2010

PAPILLOMAVIRUS: Ipotesi di vaccino anche per i maschi

MILANO - La diffusione del Papillomavirus (Hpv) attraverso il sesso orale potrebbe essere la causa del forte aumento di un tipo di tumore della bocca, il carcinoma a cellule squamose dell’orofaringe. Lo sostengono gli autori, inglesi e americani, di uno studio pubblicato sul British Medical Journal, i quali ipotizzano, a questo punto, che la vaccinazione potrebbe essere utile non solo per le ragazzine (per le quali in molti Paesi industrializzati sono state lanciate ampie campagne di immunizzazione), ma anche per i coetanei maschi. Che fare sesso possa essere direttamente responsabile dell’insorgere del cancro orale è un’affermazione decisamente sopra le righe per gran parte della comunità scientifica. «Bisogna essere cauti – sottolinea Luciano Mariani, ginecologo oncologo dell’Istituto Regina Elena di Roma -. L’infezione da Hpv è sì sessualmente trasmissibile e ci sono molte ricerche in atto per verificare il ruolo giocato dal virus nello sviluppo di altre neoplasie oltre a quelle della cervice uterina. Come quelle della bocca, appunto. E quelle rarissime dell’ano, che pure stanno diventando molto più frequenti».

BOCCA, ATTENTI A ALCOL E FUMO - L’Hpv è ormai tra le cause riconosciute dei tumori del cavo orale (legati ai ceppi 16 e 18 del virus), oltre a quelle dei tumori del collo dell’utero e di altre aree genitali, sia femminili che maschili. Secondo diversi studi l’aumento dei casi di cancro delle tonsille e della base della lingua negli ultimi anni è da attribuire alla grande diffusione del virus: l’infezione, che avviene con i rapporti sessuali, è in effetti comunissima e nella gran parte dei casi si risolve senza sintomi o disturbi. Ma, fra i responsabili delle neoplasie del cavo orale, non vanno dimenticati alcol e fumo, che aumentano (anche di 20 volte) le probabilità di ammalarsi.

LO STUDIO – I tumori di testa e collo contano circa 640mila nuovi casi ogni anno nel mondo (più di seimila in Italia) e colpiscono soprattutto gli uomini fra i 50 e i 70 anni. Nonostante in tempi recenti sia registrato un generale declino di queste neoplasie, l’incidenza del carcinoma a cellule squamose dell’orofaringe è notevolmente aumentata, soprattutto nei Paesi più sviluppati. Fra il 1999 e il 2006, ad esempio, negli Stati Uniti l’incidenza è cresciuta del 22 per cento e fra gli uomini britannici (nel periodo1989-2006) è persino raddoppiata, passando da 7 a 11 casi ogni 100mila abitanti. Inoltre, tra il 60 e l’80 per cento delle biopsie eseguite negli Stati Uniti hanno rivelato la presenza del virus Hpv nei malati, ma è stato registrato un incremento del 70 per cento nella presenza del virus anche in Svezia. È in base a questi dati, che gli autori dello studio hanno ipotizzato un legame fra il notevole rialzo dei casi e la diffusione del papillomavirus.

CANCRO PIU’ CURABILE SE C’E’ IL VIRUS - In Italia, il tasso di mortalità per le neoplasie di testa e collo a cinque anni è di oltre il 70 per cento e chi riesce a sopravvivere spesso deve sottoporsi a interventi estremamente invasivi. La diagnosi precoce, ancora una volta, è fondamentale sia per accrescere le chance di guarigione, sia per la possibilità di sottoporsi a trattamenti più soft. Diverse ricerche, inoltre, hanno dimostrato che alcune forme di tumore del cavo orale sono più curabili quando sono legati alla presenza del papilloma virus umano (Hpv), mentre sembrano rispondere meno alle terapie le neoplasie che dipendono da altre cause, come il fumo e l’alcol.

VACCINARE I MASCHI? – «Il Papillomavirus è responsabile, fra l’altro, di neoplasie rare e infezioni all’apparato genito-urinario maschile» ricorda Sandra Mazzoli, responsabile del Centro di malattie sessualmente trasmissibili dell’Ospedale Santa Maria Annunziata di Firenze, che sostiene la necessità di estendere il vaccino anti-Papillomavirus anche ai giovani maschi, prima che incomincino l’attività sessuale. Da un lato, per limitare la diffusione di infezioni da Hpv negli uomini, per ridurre le possibilità di contagio durante i rapporti sessuali e, quindi, ridurre il rischio di tumori della cervice uterina nelle donne non vaccinate. Dall’altro, per prevenire possibili implicazioni del Papillomavirus nell’apparato genito-urinario maschile, che potrebbe indurre lo sviluppo di tumori rari come quelli del pene e dell’ano. «Negli Stati Uniti – dice Mariani – l’Fda ha già approvato l’indicazione del vaccino per i ragazzi fra 9 e 26 anni. L’Emea sta valutando per l’Europa. Sia chiaro, però, che per i maschi la protezione è valida contro i condilomi, infezioni molto diffuse ma benigne». E che non sarà certo rimborsabile dal Ssn come per le bambine, perchè stiamo parlando di patologie completamente differenti.

Vera Martinella
(Fondazione Veronesi)
21 aprile 2010

mercoledì 28 aprile 2010

Il tumore della cervice uterina e HPV

Il tumore della cervice uterina è la
seconda causa di morte per cancro nelle
donne in tutto il mondo, dopo il cancro del
seno1.
La peculiarità di questa
neoplasia è di avere
come elemento indispensabile
per il suo
sviluppo l’infezione,
acquisita prevalentemente
per via sessuale,
da uno dei sottotipi
oncogeni di papillomavirus
umano
(Human Papilloma
Virus, HPV)2, che è
considerato il cancerogeno
biologico più
potente della specie
umana.Alcuni genotipi virali, HPV
16 e HPV 18 sono quelli
più importanti per la carcinogenesi
cervicale, poiché
identificati nel 70%
dei tumori squamosi.
L’HPV è di solito trasmesso
in seguito a rapporti
sessuali. È ritenuta l’infezione
a trasmissione sessuale
più frequente al
mondo. Circa la metà delle infezioni
avviene fra i 15 e 25 anni2 e l’80%
delle donne sessualmente attive è contagiato
entro i 50 anni.

L’incidenza annuale di nuovi casi di cancro
della cervice nel mondo è stimata in 493.000
nuovi casi, con 274.000 morti.

domenica 25 aprile 2010

Disturbo dell’Orgasmo Maschile

Il Disturbo dell’Orgasmo Maschile è caratterizzato da un persistente o ricorrente ritardo, o assenza, dell’orgasmo dopo una fase di normale eccitazione sessuale, che causa notevole disagio o difficoltà interpersonali.

Per valutare se l’orgasmo è effettivamente ritardato, è necessario valutare l’età del soggetto e l’adeguatezza della stimolazione nella sua intensità e durata.

La maggior parte dei soggetti che non riescono a raggiungere l'orgasmo durante il rapporto sessuale, ci riescono in seguito a stimolazione manuale o orale da parte del partner. Alcuni, invece, riescono a raggiungere l'orgasmo durante il coito, ma solo dopo una preliminare stimolazione di tipo manuale o orale assai intensa e prolungata; altri, infine, riescono a raggiungere l'orgasmo solo con la masturbazione.



Criteri diagnostici


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A. Persistente o ricorrente ritardo, o assenza, dell’orgasmo dopo una normale fase di eccitazione sessuale nell’ambito di una attività sessuale che il clinico, tenendo conto dell’età del soggetto, giudica adeguata per localizzazione, intensità, e durata.
B. L’anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali.
C. La disfunzione dell’orgasmo non è meglio attribuibile ad un altro disturbo in Asse I (ad eccezione di un’altra Disfunzione Sessuale) e non è dovuta esclusivamente agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una sostanza di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale.


Unfortunately, there is no instant cure. At present, there are no drugs that will make a man come.
But there is a good chance of putting things right through counselling, provided both the man and his partner really want to cure the problem.

Counselling
The object of therapy is to gradually diffuse the man's anxiety about giving up control so he can climax inside his partner without difficulty.

The most common method is based on the work of American experts who have developed behaviourist ways of helping the man to relax and 'let go' when he is with his partner.

Generally, the man can reach orgasm by self-masturbation and maybe through love play, but not through intercourse.

So the therapist may encourage the couple to gradually proceed to a situation where the man can ejaculate just outside his partner's vagina, and eventually go on from there to a more 'advanced' situation where he is able to cope with ejaculating inside her.

American sex experts Masters and Johnson have also devised a slightly different therapy:

first, the couple go through a period of treatment in which actual sex is off limits, but kissing and cuddling are encouraged
they progress to a stage where the woman, sitting astride the man, masturbates him till he reaches orgasm - even if this takes two hours or more
finally, they move to a situation where she lowers herself onto him shortly before he climaxes.

mercoledì 17 marzo 2010

Salute cardiovascolare e salute sassuale sono strettamente collegate

I sette «segreti» di un cuore sano
Le regole d'oro stabilite dai cardiologi americani: niente fumo, tanto movimento, peso «giusto», dieta equilibrata, colesterolo, pressione e glicemia sotto controllo
I sette «segreti» di un cuore sano

Le regole d'oro stabilite dai cardiologi americani: niente fumo, tanto movimento, peso «giusto», dieta equilibrata, colesterolo, pressione e glicemia sotto controllo





Niente fumo, tanto movimento e dieta equilibrata; colesterolo, pressione e glicemia sotto controllo. Raccomandazioni scontate, ma spesso poco seguite nella pratica. E il cuore potrebbe soffrirne. Ma come raggiungere la salute cardiovascolare ideale? Un aiuto arriva dall’American Heart Association che ha pubblica nella versione on line della rivista Circulation le 7 regole d’oro da seguire e un test per calcolare in pochi minuti come trattiamo il nostro cuore. «Una nostra recente indagine evidenzia che, sebbene il 39% degli intervistati pensi di avere una salute cardiovascolare ideale, la metà di essi dichiara che il proprio medico gli ha diagnosticato almeno un fattore di rischio cardiovascolare – dice il presidente dell’American Heart Association, Clyde Yancy – . Ciò significa che comportamenti errati, come vita troppo sedentaria o alimentazione squilibrata, non sono collegati al rischio di malattie cardiovascolari. E noi ci proponiamo di ridurle di almeno il 20% entro il 2020». Da qui la scelta di fornire alla popolazione i «numeri» per monitorare i comportamenti a rischio.

SETTE SEMPLICI MOSSE - Per raggiungere la salute cardiovascolare «ideale», dicono i cardiologi, bisognerebbe non aver mai fumato o aver smesso da più di un anno; avere un indice di massa corporea inferiore a 25 kg/m2 (calcolato dividendo il peso per l’altezza al quadrato); fare almeno 150 minuti di esercizio fisico moderato o 75 minuti di esercizio intenso a settimana; seguire una dieta equilibrata, mangiando soprattutto frutta e verdura, cereali, pesce (almeno 2 volte a settimana), carni magre, cibi con pochi grassi, non bere bevande troppo zuccherate, ridurre a meno di 1.500 milligrammi il consumo quotidiano di sale; avere il colesterolo totale inferiore a 200 mg/dL, la pressione arteriosa intorno ai valori 120/80 mm Hg, la glicemia a digiuno inferiore a 100 mg/dL. «Il primo passo è conoscere i valori di colesterolo, pressione e glicemia e cosa significano – suggerisce Clyde Yancy- . Il successivo è cercare di essere in regola almeno con uno dei sette obiettivi». Insomma, un passo alla volta. Non riuscite a mettervi a dieta? Concedetevi un’altra chance; nel frattempo provate a buttare definitivamente le sigarette e, magari, a muovermi di più. Così guadagnerete punti nella «My Life Check» .


IL COMMENTO - «La maggior parte di noi è sottoposta ogni giorno a continue pressioni, al lavoro, in famiglia, che spesso può “compensare” con abitudini poco sane, come mangiar male o fumare troppo – fa notare il cardiologo Attilio Maseri, presidente della Fondazione «Per il tuo cuore» per la lotta alle malattie cardiovascolari - . Il medico, allora, dovrebbe dare consigli positivi, aiutare a fare prevenzione “su misura”. Se ci prescrivono 3 ore di esercizio fisico a settimana difficilmente lo faremo; diverso, invece, se andiamo in palestra o a correre perché ci divertiamo. Spesso comportamenti poco salutari, come una vita sedentaria o un’alimentazione priva ad esempio di frutta e verdura, sono il risultato di stili di vita sbagliati fin dall’infanzia – continua Maseri - . Aver reintrodotto nel nostro Paese l’educazione fisica nelle scuole elementari è un buon inizio. I bambini devono poter rincorrersi, giocare a nascondino invece di stare seduti davanti a tv e computer».

Maria Giovanna Faiella
16 febbraio 2010(ultima modifica: 16 marzo 2010)

domenica 14 marzo 2010

L'amore degli anni 60 (e oltre)

Un'indagine Usa ha analizzato i comportamenti sessuali delle persone anziane. Maschi più attivi, fino a tarda età, grazie anche alle pillole
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MILANO - La vita Viagra è il titolo, azzeccato, di un libro uscito di recente. Che calza a pennello a quanto sta accadendo alla sessualità degli uomini oltre i sessant'anni, sessualità che sembra riscoprire freschezza grazie alla pillola blu, quasi una nuova «vita». Il libro scritto da Mariangela Mianiti per l'editore Derive-Approdi, analizza le conseguenze della chimica anti-impotenza sull'uomo giovane e su quello maturo, ma non tiene conto di quanto questi nuovi farmaci abbiamo modificato la «longevità» sessuale degli uomini più in là con gli anni. Perché se è vero che solo a Milano nell'ultimo anno sono state vendute duecentomila confezioni dei farmaci salva virilità e che in Italia il loro giro di affari annuo è di 200 milioni di euro, non era ancora chiaro l'effetto «ringiovanimento» del maschio grazie al Viagra e simili. Lo ha scoperto una ricerca, realizzata negli Stati Uniti (in Usa il successo di queste pillole è analogo a quello che si registra in Europa), appena pubblicata sulla rivista British Medical Journal.

L'INDAGINE - Ricerca che da una parte conferma che gli anziani, uomini e donne (queste se hanno un partner), fanno sesso fino a tarda età, dall'altra mette in evidenza un dato nuovo: negli Stati Uniti la disponibilità dei farmaci per la disfunzione erettile (il Viagra è entrato in commercio nel 1998) ha spostato la longevità sessuale degli uomini di un anno in media rispetto a quanto accadeva in epoca pre-pillola azzurra. Non a caso, nelle interviste, fra i sessanta e gli ottantacinque anni, il 14 per cento degli uomini confessa di avere fatto uso regolarmente di questi farmaci nei 12 mesi precedenti. L'indagine, realizzata dal centro di economia e demografia dell'invecchiamento dell'università di Chicago, ha raggiunto mediante questionari inviati per posta e interviste telefoniche oltre seimila persone negli gli Stati Uniti, in due grandi gruppi di popolazione, fra i 57 i 64 anni il primo, fra i 65 e i 74 ed oltre il secondo. Scoprendo oltre all'effetto Viagra, altre cose interessanti. Prima fra tutte, che il detto «quando c'è la salute, c'è tutto» dopo i settanta, diventa anche «quando c'è la salute, c'è il sesso». È una delle correlazioni «più forti» che scaturiscono dallo studio, valida, però, più sul versante maschile che su quello femminile: quando nella vita dell'uomo compare una malattia, l'interesse per l'altro sesso decade precipitosamente. «Non è così strano — commenta Marco Trabucchi, Presidente dell'Associazione italiana di psicogeriatria che tra un mese terrà a Gardone Riviera il suo decimo congresso annuale — ; l'uomo è molto più fragile psicologicamente, ha paura di perdere l'integrità fisica: lo abbiamo dimostrato chiaramente con uno studio sulle persone anziane, oltre i settantacinque anni, che vanno incontro ad una frattura del femore: fra gli uomini la comparsa della depressione è decisamente più frequente».

LE DONNE - Nella donne le cose sembrano più complicate: via via che invecchiano, l'attività sessuale si lega strettamente alla presenza del coniuge (mentre l'uomo sembra mantenere una vita sessuale fino in tarda età, se è in buona salute, anche senza una moglie o una compagna fissa), ma anche fra quelle sessualmente attive, la metà circa se ne dichiara insoddisfatta. Perché? Per disturbi organici, come secchezza vaginale e dei genitali esterni, ma anche per un calo del desiderio e dolore durante il rapporto. «Non mi meraviglia - commenta Roberta Rossi, docente di psicopatologia del comportamento sessuale all'università La Sapienza di Roma, che ha fatto ricerche sulla sessualità degli anziani — . Per la donna la sessualità oltre i sessantacinque anni più che penetrativa è affettiva, anche quando è in buone condizioni di salute. Si deve dare la colpa al Viagra per lei che ancora non c'è, al fatto che sono scomparsi gli estrogeni, ai tabù che ancora sussistono, basta dirne uno, "la donna è attraente solo se giovane"? In un momento storico confuso ma anche di grande mutamento dei ruoli, come quello attuale, è difficile trovare una risposta. Basta pensare ad un dato emerso più volte in ricerche condotte anche in Italia: la donna più longeva sessualmente, sempre all'interno di una relazione stabile (è questa condizione imprescindibile) non è la casalinga, ma la donna che ha, o ha avuto, una realizzazione professionale». Ma che cosa succede alla donna quando supera la boa dei settanta? Stando alla ricerca condotta negli Stati Uniti, a 75 anni il 16,8 per cento delle donne ha ancora una vita sessuale, mentre fra gli uomini della stessa età la percentuale arriva al 38,9 per cento. Ma se andiamo a vedere quante donne fra i 75 e gli 85 anni hanno ancora un marito, ci accorgiamo che solo il 38,5 per cento ha un coniuge. Al contrario è ancora sposato, o ha comunque con una compagna fissa, il 72 per cento degli uomini nella stessa fascia di età. C'è poco da fare: la longevità comporta anche un po' di solitudine. Almeno così sarà finché l'uomo non avrà trovato il modo di allungarsi la vita di un decennio. O la donna, il suo Viagra.

Franca Porciani
fporciani@corriere.it
14 marzo 2010