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domenica 2 ottobre 2011

Il pomodoro cotto è in grado di proteggere la prostata dal tumore

Studio del Centro Scienze dell'Invecchiamento dell'università di Chieti




Il pomodoro (cotto) protegge la prostata, se cucinato intero, con semi e buccia, il re della cucina mediterranea mostra un'efficace attività antitumorale



Intero, con buccia e semi compresi, e cotto: così va portato in tavola il pomodoro per proteggere la salute maschile. Da tempo il re della cucina mediterranea è studiato per le sue proprietà anticancro, soprattutto per uno dei suoi componenti, il licopene. Ora però uno studio italiano sostiene che il pomodoro nella sua interezza sia molto più efficace dei singoli micronutrienti nella prevenzione del tumore della prostata.



LA SALSA MEGLIO DI UNA PASTICCA - La dimostrazione delle virtù del pomodoro cotto proviene da uno studio su modelli animali condotto dagli esperti del Centro Scienze dell'Invecchiamento dell'università di Chieti, in collaborazione con l'università Federico II di Napoli, e pubblicato sulla rivista Cancer Prevention Research. Così Manuela Iezzi, ricercatrice del centro abruzzese, spiega come può essere che a livello di prevenzione il sugo sia più interessante di un integratore: «Abbiamo appurato che una dieta arricchita con pomodoro intero, specie se cotto e con la buccia, come accade nelle più tipiche preparazioni della cucina mediterranea, riduce lo sviluppo dei tumori della prostata e i fattori infiammatori coinvolti nel processo tumorale. Molto più di quanto può accadere assumendo un solo componente, come il licopene».



PROTEZIONE ANTICANCRO - I ricercatori dell'Università di Chieti hanno simulato su topi da laboratorio manipolati geneticamente gli stadi di un tumore della prostata umano. Una parte degli animali è stata nutrita con estratto di pomodori cotti della varietà "ciliegino", in quantità pari al 10 per cento della dieta giornaliera. In questo gruppo di soggetti la sopravvivenza è aumentata (dall'11 al 67 per cento), il tumore è evoluto più lentamente, c'è stata una maggiore attività antiossidante e un minor livello nell'organismo dei marcatori dell'infiammazione (quest'ultimo è un processo particolarmente importante nella formazione dei tumori che colpiscono la ghiandola prostatica). «L'indagine è stata finanziata da programmi di ricerca di sviluppo industriale che vedono la collaborazione del settore pubblico e di alcune aziende alimentari - spiega ancora Manuela Iezzi - ed è servita, fra l'altro, a provare che non tutte le preparazioni e non tutte le qualità di pomodoro offrono gli stessi benefici in termini di chemioprevenzione».



ALIMENTI AMICI - Il tumore della prostata è la seconda forma di cancro più diffusa fra gli uomini (dopo quello al polmone) e la prima nei Paesi più ricchi. Oltre ai pomodori, i nutrienti più spesso studiati in relazione ai tumori prostatici sono il tè verde (ricco di polifenoli antiossidanti), la soia, la melagrana, oltre a singoli nutrienti come il selenio, la vitamina D e la vitamina E. I risultati non sono univoci, ma gli esperti concordano sugli effetti protettivi di una dieta equilibrata e varia, ricca di frutta e verdura..

domenica 11 settembre 2011

Chi dorme poco, oltre a stanchezze e irritabilità, potrebbe avere disturbi dell'erezione

MILANO – Una notte passata senza chiudere occhio, oltre a stanchezza e irritabilità, potrebbe avere anche altre conseguenze insospettate. Sembra infatti che un riposo notturno non proprio soddisfacente sia in relazione con disturbi di tipo urinario e perfino con la disfunzione erettile, almeno secondo quanto è stato riportato a Washington nel corso dell’ultimo meeting dell’American Urological Association.




GLI STUDI­ – In una ricerca condotta presso il New England Research Institute del Massachusetts circa 1600 uomini e 2500 donne intorno ai 48 anni sono stati seguiti per 5 anni riguardo la qualità del loro sonno e la presenza di disturbi urinari quali ad esempio l’incontinenza e la frequente necessità ad alzarsi durante le ore notturne per fare pipì. Sono proprio questi ultimi fastidi, secondo lo studio, ad affliggere maggiormente le donne che non riescono a riposare per più di cinque ore per notte. Anche per gli uomini insonni però qualche disagio c’è: rispetto a coloro che dormono senza difficoltà, hanno più probabilità di avere sintomi alle alte vie urinarie. Un disturbo invece tutto maschile legato in qualche modo alla qualità del sonno sembra essere la disfunzione erettile. Secondo ricercatori del Mount Sinai Medical Center di New York che hanno considerato circa 900 uomini in sovrappeso con un’età media di circa 47 anni, quelli che soffrivano di impotenza avevano una probabilità più che doppia, rispetto a chi aveva un’attività sessuale nella norma, di avere disturbi del sonno. In particolare rischiavano maggiormente di andare incontro ad apnee ostruttive notturne, ovvero quelle brevi interruzioni del respiro causate da un eccessivo rilassamento dei muscoli superiori della gola, disturbo particolarmente frequente negli obesi.



RELAZIONE BIDIREZIONALE – Non è difficile credere che chi soffra ad esempio d’incontinenza abbia difficoltà a dormire bene, ma questi studi sembrano affermare che può valere anche il contrario. «Solitamente pensiamo ai pazienti con sintomi urologici come a persone che hanno anche disturbi del sonno», afferma Raymond Rosen, ricercatore al New England Research Institute,«ma questi dati suggeriscono che ci può essere una relazione bidirezionale tra difficoltà cronica nel riposare e patologie urinarie e questo aspetto deve essere approfondito». Tutto ciò sembra valere anche per il legame tra insonnia e disfunzione erettile già notato in uno studio del 2008, in cui topi da laboratorio, sottoposti a intermittenti privazioni di ossigeno tipiche delle apnee notturne, presentavano il 55 per cento in meno di erezioni quotidiane spontanee.



APNEE INSIDIOSE - «Sarebbe auspicabile» sostiene Boback Berookhim, urologo al Mount Sinai Medical Center e autore della ricerca, «che chi soffre di disfunzione erettile si sottoponesse a indagini per verificare la presenza o meno di apnee notturne che possono avere effetti negativi sulle sue attività quotidiane». Questo disturbo del sonno colpisce il 4 per cento degli uomini e il 2 per cento delle donne tra i 30 e i 65 anni, percentuali che salgono con l’aumentare dell’età e del peso. Tali numeri sono poi probabilmente inferiori alla realtà data la difficoltà del paziente a riconoscere i sintomi di una patologia che, impedendo un adeguato riposo, è causa di sonnolenza durante il giorno che può portare a pericolosi momenti di disattenzione se sopraggiungono ad esempio quando si è alla guida o si svolgono attività delicate. Non solo, insonnia e apnee notturne col tempo possono aumentare il rischio d’ipertensione, ictus e altre patologie cardiache. Quantità e qualità del sonno sembrano, visti i dati di queste ricerche, influenzare anche la funzione erettile e quella urinaria. Una relazione che, secondo gli studiosi, merita approfondimenti per migliorare salute e qualità di vita dei pazienti.



Cristina Gaviraghi

10 settembre 2011 16:36

http://www.corriere.it/salute/11_settembre_10/insonnia-effetti-collaterali-gaviraghi_7a28f214-d93b-11e0-91da-5052c8bbe100.shtml

mercoledì 31 agosto 2011

Persistent Sexual Side Effects of Finasteride for Male Pattern Hair Loss

Persistent Sexual Side Effects of Finasteride for Male Pattern Hair Loss


Keywords:Erectile Dysfunction;Finasteride;Libido;5 Alpha Reductase Inhibitor;Propecia;Sexual Side Effects


ABSTRACT

Introduction.  Finasteride has been associated with reversible adverse sexual side effects in multiple randomized, controlled trials for the treatment of male pattern hair loss (MPHL). The Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency of the United Kingdom and the Swedish Medical Products Agency have both updated their patient information leaflets to include a statement that “persistence of erectile dysfunction after discontinuation of treatment with Propecia has been reported in post-marketing use.”



Aim.  We sought to characterize the types and duration of persistent sexual side effects in otherwise healthy men who took finasteride for MPHL.



Methods.  We conducted standardized interviews with 71 otherwise healthy men aged 21–46 years who reported the new onset of sexual side effects associated with the temporal use of finasteride, in which the symptoms persisted for at least 3 months despite the discontinuation of finasteride.



Main Outcome Measures.  The types and duration of sexual dysfunction and the changes in perceived sexual frequency and sexual dysfunction score between pre- and post-finasteride use.



Results.  Subjects reported new-onset persistent sexual dysfunction associated with the use of finasteride: 94% developed low libido, 92% developed erectile dysfunction, 92% developed decreased arousal, and 69% developed problems with orgasm. The mean number of sexual episodes per month dropped and the total sexual dysfunction score increased for before and after finasteride use according to the Arizona Sexual Experience Scale (P < 0.0001 for both). The mean duration of finasteride use was 28 months and the mean duration of persistent sexual side effects was 40 months from the time of finasteride cessation to the interview date. Study limitations include a post hoc approach, selection bias, recall bias for before finasteride data, and no serum hormone levels.



Conclusion.  Physicians treating MPHL should discuss the potential risk of persistent sexual side effects associated with finasteride. Irwig MS and Kolukula S. Persistent sexual side effects of finasteride for male pattern hair loss. J Sex Med 2011;8:1747–1753.



domenica 7 agosto 2011

SESSO: DISFUNZIONI LEGATE ALL'USO ALCOL, FUMO E ALL'OBESITA'

(ASCA) - Roma, 5 ago - Uno stile di vita non salutare e' strettamente connesso a problematiche dal punto di vista sessuale: e' quanto emerge da uno studio condotto su oltre 5 mila soggetti da un gruppo di ricercatori danesi dello Statens Serum Institut di Copenaghen e pubblicato sul Journal of Sexual Medicine.




I ricercatori hanno rilevato che mettere in pratica anche solo alcuni dei comportamenti tra l'essere in sovrappeso, fumare, bere alcol, consumare droghe pesanti e fare poca attivita' fisica porta a un aumento del rischio di non avere una vita sessuale regolare fino al 78% negli uomini e fino al 91% nelle donne. In particolare tra gli uomini il rischio di andare incontro a disfunzioni aumenta fino al 71% per i soggetti con obesita' addominale e di oltre l'800% in coloro che fanno uso di droghe pesanti. Le donne che fumano hashish corrono invece un rischio di sviluppare anorgasmia (difficolta' o impossibilita' a raggiungere l'orgasmo) 3 volte maggiore rispetto alle non utilizzatrici. noe/cam/bra

venerdì 8 luglio 2011

Disfunzioni sessuali: attenzione allo stile di vita

http://www3.lastampa.it/benessere/sezioni/news/articolo/lstp/410625/

Problemi sessuali come la disfunzione erettile maschile o l’anorgasmia nelle donne possono essere dovuti a un errato stile di vita. Lo studio


I problemi sessuali e le disfunzioni sono in costante aumento. Sono infatti ormai molti i maschi che lamentano difficoltà di erezione, eiaculazione precoce… e le donne con problemi di anorgasmia, rapporti dolorosi… Per tutti, poi, la regola generale è: rapporti insoddisfacenti o, peggio, inesistenti.



Ma quale può essere il motivo di tutti questi problemi? Secondo uno studio danese pubblicato sul Journal of Sexual Medicine, colpevole sarebbe uno stile di vita errato. Fattori come il fumo, l’alcol, la droga, la sedentarietà, il sovrappeso e altri ancora sono tra i primi a sedere sul banco degli imputati.



Il dottor Morten Frisch, del Statens Serum Institut ha scoperto che non solo uno stile di vita malsano influisce sulla qualità dei rapporti sessuali, ma anche sui rapporti di coppia in genere. E, infine, sono proprio le persone sessualmente inattive che sono risultate seguire uno stile di vita scorretto.

Il professor Frisch lo ha scoperto utilizzando e analizzando i dati raccolti a livello nazionale, nel 2005, su un numero rappresentativo di 5.552 uomini e donne danesi di età compresa tra i 16 e i 97 anni. Con questi dati alla mano, ha valutato l’associazione tra fattori di stile di vita, l’inattività sessuale e le disfunzioni sessuali.



I numeri hanno confermato che chi seguiva uno stile di vita scorretto mancava di un partner sessuale e una vita sessuale attiva. Questo è apparso evidente fino al 78% negli uomini e addirittura fino al 91% nelle donne, la quasi maggioranza.

Tra coloro che invece un partner ancora ce l’avevano, se seguivano uno stile di vita malsano, il rischio di sviluppare una disfunzione sessuale era del 78% negli uomini con una circonferenza della vita molto grande. Ma il rischio maggiore sia per gli uomini che per le donne era quando facevano uso di droghe, sia leggere che pesanti. Per gli uomini il rischio aumentava addirittura dell’800%; per le donne la possibilità di andare incontro ad anorgasmia era di tre volte maggiore.



Oggi si sa che uno stile di vita scorretto può avere conseguenze nefaste sulla salute, sia fisica che psichica. Ma, con questo studio, ora sappiamo che anche la vita sessuale ne può essere intaccata e se manca la salute, e infine anche la sessualità, diventa davvero difficile poter essere sereni.

«Speriamo che i nostri risultati possano essere utilizzati in futuro per la consulenza ai pazienti con stili di vita non sani. Conoscere le possibili conseguenze negative di uno stile di vita malsano per la salute sessuale può aiutare le persone a smettere di fumare, consumare meno alcolici, fare più esercizio fisico, e perdere peso», commenta Frisch.

[lm&sdp]