Dott. Mario De Siati Andrologo Urologo cell 3396412331

Consulta Privata:

Foggia -Via Crostarosa n°25° tel:0881 743507 /

Altamura -Stada Privata Stasolla n°8 tel:080 3146470/


Taranto - Via Lago d'Arvo 31 H tel: 3396412331

Brindisi - Via Seneca 8 tel:3396412331







mercoledì 18 aprile 2012

Viagra, il farmaco dell'amore cura anche il cuore

Il sildenafil, usato per l'impotenza, cura la cardiomiopatia diabetica che porta allo scompenso cardiaco. La sperimentazione su pazienti con diabete di tipo 2. La scoperta di un gruppo di ricercatori dell'Università di Roma Sapienzadi VALERIA PINI




ROMA - La pillola dell'amore, usata per l'impotenza, può curare anche la cardiomiopatia diabetica che porta allo 'scompenso cardiaco', cioè al progressivo indebolimento e all'ingrossamento del cuore affaticato. L'effetto terapeutico del viagra, o meglio il sildenafil è stato dimostrato in persone con cardiopatia indotta dal diabete e, in tutti quelli trattati con il farmaco, è si è ottenuto un ritorno alla normalità del cuore, con un miglioramento della contrazione cardiaca. Lo studio è stato realizzato da un gruppo di ricercatori italiani coordinati da Andrea Lenzi, direttore della sezione di Fisiopatologia Medica ed Endocrinologia presso il dipartimento di Medicina sperimentale dell'Università di Roma La Sapienza 1. Sarà presto pubblicata sulla rivista Circulation 2, 3la rivista più prestigiosa al mondo del settore cardiovascolare.



Nuovi medicinali. La ricerca potrebbe essere il primo passo per la nascita di nuovi medicinali per cardiopatici. Nel mondo 180 milioni di persone soffrono di diabete e fra loro l'80% muore per scompenso cardiaco. Si tratta di una graduale modificazione del cuore dovuta ad una alterazione delle fibre del ventricolo sinistro che, durante il battito, si ispessiscono, si contraggono meno e inducono il cuore a ruotare di più sul proprio asse con un movimento

che non è utile ad imprimere una spinta propulsiva al sangue. L'organo va quindi incontro ad un rimodellamento e ha in conseguenza un battito affaticato. Lo scompenso cardiaco è una cardiopatia progressiva e poco curabile, tipica non solo dei diabetici, ma anche di chi soffre di ipertensione arteriosa ed altre patologie cardiache e di chi ha avuto un infarto.



La sperimentazione. Lo studio, randomizzato e con placebo, è stato portato avanti su un campione di 59 uomini di età media 60 anni, affetti da diabete di tipo 2, detto anche alimentare, con cardiomiopatia diabetica ancora asintomatica. Al gruppo sono stati somministrati 100 mg al giorno di sildenafil oppure di placebo e, con l'aiuto di una particolare tecnica di risonanza magnetica cardiaca, sono stati osservati i cambiamenti cardiaci. Dopo tre mesi di terapia, 'la pillola blu' ha prodotto un significativo miglioramento comparato al placebo. Infatti è aumentata di nuovo la forza delle contrazioni cardiache e sono rientrati nella norma la 'geometria' e la cinetica del cuore stesso che ha anche ripreso un movimento di torsione sul proprio asse nella norma.



In collaborazione con la radiologia e la cardiologia della Sapienza il gruppo del professor Lenzi è riuscito a dimostrare che l'inibizione della fosfodiesterasi di tipo 5 riporta queste alterazioni ad un livello vicino alla normalità nei pazienti diabetici e ha confermato, con indagini molecolari, che l'azione del farmaco è diretta alle cellule cardiache.



"Questi dati potrebbero aprire le porte ad una nuova classe di farmaci anti-rimodellamento e anti-scompenso cardiaco, che rappresenta la principale causa di morte nel paziente diabetico - spiega Andrea Lenzi - .Gli effetti del sildenafil sono diretti nel cuore perché la molecola bersaglio del farmaco, la fosfodiesterasi di tipo 5, agisce direttamente sulle trasformazioni cardiache indotte dal diabete, che portano al temuto scompenso cardiaco".



Dosi giuste. All'inizio la pillola blu fu sperimentata proprio come farmaco per curare il cuore. "In un primo momento fu pensata come farmaco per il cuore, ma i ricercatori scoprirono che poteva servire contro l'impotenza", aggiunge Lenzi. Nel tempo però ci si sono registrati numerosi casi di malesseri di cardiopatici che avevano assunto 'la pillola dell'amore'. "In passato i farmaci commercializzati per i disturbi della erezione, in particolare il sildenafil furono definiti pericolosi per il cuore, ma questo era dovuto ad un'associazione sbagliata con altri medicinali - spiega Lenzi - . Alcune persone prendevano il viagra per l'impotenza e contemporaneamente farmaci coronarodilatatori. Oggi possiamo dimostrare che, evitando associazioni pericolose, e preso in dosi giuste, il farmaco può essere utile per alcune malattie cardiache".



Ora l'equipe dell'Università di Roma La Sapienza continuerà a fare dei test sugli effetti del farmaco sul cuore. "Abbiamo intenzione di provare il farmaco su un numero più ampio di pazienti. E poi vogliamo ampliare la sperimentazione su altre patologie di tipo cardiaco", conclude Lenzi.



(13 aprile 2012) © Riproduzione riservata

lunedì 19 marzo 2012

Medicina: la fertilita' maschile migliora anche a tavola

"Lo stile di vita influenza la salute riproduttiva maschile e l'alimentazione e' ora riconosciuta centrale nella prevenzione della sterilita'. Cereali, frutta, verdura, pesce, amminoacidi ed antiossidanti, in particolare, costituiscono la dieta ideale per migliorare la fertilita' maschile. Il consumo di dolci e i chili di troppo invece alterano invece il potenziale riproduttivo degli uomini, incidendo in modo negativo sulla motilita' e la concentrazione di spermatozoi," spiega Andrea Lenzi, direttore del dipartimento di fisiopatologia medica ed endocrinologia dell'Università di Roma Sapienza, a capo di una ricerca sulle abitudini alimentari e la qualita' del liquido seminale svolta su 130 uomini di 33 anni di eta' media effettuata al laboratorio di seminologia dell'ateneo romano.




"Lo studio, ancora in corso, si concludera' entro maggio estendendo il campione a 300 uomini" ha precisato Loredana Gandini, direttore della Banca del Seme della Sapienza di Roma.



"Per gli uomini la dieta, in particolare l'apporto e il tipo di grassi diversi ingeriti, e' associata alla qualita' e alla fertilita' degli spermatozoi. Dalle nostre analisi si evince come il consumo di frutta incida favorevolmente sulla concentrazione degli spermatozoi, mentre al contrario l'Indice di massa corporea, il BMI, e il consumo di dolci sembrano influenzare negativamente sia la concentrazione che la motilità spermatica. Gli uomini con problemi di fertilità consumano anche più frequentemente cibi che agiscono da vettori di sostanze deleterie per il sistema riproduttivo come gli xeno estrogeni".



Di prevenzione delle patologie andrologiche e dell'infertilita' si e' discusso stamattina in occasione del convegno di presentazione del tredicesimo volume della collana I Quaderni del Ministero della Salute "Criteri di appropriatezza strutturale, tecnologica e clinica nella prevenzione, diagnosi e cura delle patologie andrologiche" in corso al Ministero della Salute.



Il volume sui "Criteri di appropriatezza in andrologia" edito dal Ministero della Salute analizza le patologie che maggiormente spingono l'uomo a rivolgersi all'andrologo, approfondisce i fattori di rischio delle patologie andrologiche e dei disturbi della sessualita' e i criteri di appropriatezza strutturale, operativa e tecnologica per gli specialisti.



© Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati

lunedì 23 gennaio 2012

PREVENZIONE E TRATTAMENTO DELL’INFERTILITA’ MASCHILE




Recentemente c’è stato un consistente interesse scientifico sullo stress ossidativo come responsabile o corresponsabile di molte patologie umane e come fattore non secondario nell’infertilità maschile.

I radicali liberi, responsabili dello stress ossidativo, provocano un danno del DNA spermatico e un danno della membrana cellulare dello spermatozoo con conseguente riduzione della sua motilità e della sua capacità fecondante.

E’ quindi diventato ben chiaro che il benessere dello spermatozoo è fondamentale nella fecondazione, indipendentemente dalla modalità con cui essa avviene (naturale o assistita).



Le cause che possono condurre allo stress ossidativo sono molteplici: ambientali, autoimmuni, testicolari, iatrogene, patologie croniche, errato stile di vita.

L’inquinamento ambientale da idrocarburi e benzopirene (che stimolano il recettore estrogenico) si traduce in una diminuzione del testosterone intra -testicolare che conduce a una riduzione del numero e della motilità degli spermatozoi. Sempre riguardo all’inquinamento ambientale non sono da dimenticare i metalli pesanti (piombo, mercurio), le sostanze derivanti dai materiali plastici (ftalati), i pesticidi e i diserbanti ed in fine le diossine. Queste sostanze largamente presenti nell’ambiente entrano nel ciclo alimentare e provocano gravi danni. Recentemente si è posta attenzione anche ai danni sulla fertilità che potrebbe essere indotta dalle radiazione elettromagnetiche prodotte da (cellulari, TV, PC, ecc).

I fattori autoimmuni comprendono principalmente gli esiti provocati dalle prostato- vescicoliti croniche, da infezioni genito- urinarie croniche e da infezioni generali.

Tra i fattori testicolari il principale è il varicocele, che causa un aumento della pressione venosa a livello del plesso testicolare con aumento della temperatura di lavoro del testicolo che si traduce in un notevole stress ossidativo per gli spermatozoi (la correzione chirurgica del varicocele produce nel 50% un miglioramento sensibile dello spermiogramma).

Le orchi-epididimiti provocano spesso situazioni di stress ossidativo cronico alle cellule della linea seminale.

Spesso poco considerate sono le cause iatrogene dovute a farmaci, come antibiotici ed antinfiammatori non steroidei che possono provocare quadri di severa oligo-asteno-teratospermia .

L’uso di ormoni anabolizzanti come doping determina un’atrofia testicolare con conseguente alterazione del quadro seminale.

Un impatto fortemente negativo sulla fertilità maschile è dato dal diabete, dall’obesità e da tutte le malattie metaboliche.

Il fumo di sigaretta è una delle cause principali di patologie della sfera sessuale maschile, causando deficit erettile e ipofertilità. Solo il 3 % dei fumatori ha uno spermiogramma con un quadro di normozoospermia contro il 27% dei non fumatori.

Le sostanze d’abuso come alcol, droghe, ecc hanno un influsso fortemente negativo sulla fertilità.

Tutte le suddette cause e concause provocano un significativo aumento dello stress ossidativo a livello seminale.



Un corretto approccio nella prevenzione e nella terapia dell’infertilità maschile comporta l’individuazione e l’eliminazione di tutti i fattori di rischio e nell’aderire a comportamenti salutari per ottimizzare lo stile di vita con una dieta antiossidante ricca di nutrienti in grado di fornire un giusto apporto di antiossidanti e con un’adeguata attività fisica.

Lo stress ossidativo, oltre che con la rimozione dei fattori di rischio e con un adeguato stile di vita, può essere combattuto con una serie di integratori alimentari o nutraceutici in grado di proteggere lo spermatozoo dai radicali liberi, di migliorarne la motilità e il metabolismo energetico; tali integratori vengono prescritti su consiglio dell’Andrologo di fiducia.

sabato 7 gennaio 2012

Salute: ventenne e metropolitano, crollo fertilita' del 25%

http://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/stilidivita/2011/12/29/visualizza_new.html_19263548.html


Colpa di smog e pesticidi, padri quarantenni mantengono standard


30 dicembre, 14:02


ROMA - La citta' e le sue tentazioni non e' solo un cliche' ottocentesco da cui rifuggire ma anche un pericolo reale per la capacita' riproduttiva dei ventenni italiani residenti nelle metropoli, il cui patrimonio in termini di spermatozoi e' ridotto di un quarto, a causa dei gas di scarico, dei pesticidi e di fattori peggiorativi come obesita', sedentarieta', alcol, fumo e droghe. Lo scarto con i coetanei che vivono in campagna e' evidente: questi ultimi hanno il 30% in piu' di potenziale di fertilita'. Ad essere a rischio e' l'intera fascia dei ventenni metropolitani che perdono anche il confronto con la generazione immediatamente precedente, quella dei quarantenni. Al loro cospetto, i giovani hanno una diminuzione del 25% della conta degli spermatozoi. L'effetto negativo della citta', il paragone con la provincia rurale e con la generazione dei quarantenni sono i risultati di tre ricerche condotte dalla Societa' Italiana di andrologia e medicina della sessualita' (Siams) che lancia un allarme: il 33,4% dei ragazzi sottoposti all'indagine e' ipofertile e l'11,7% e' gravemente ipofertile.


Come cause del crollo del potenziale fertile ''occorre considerare l'esposizione ambientale a pesticidi - afferma Carlo Foresta, presidente della Siams - inquinanti ambientali che agiscono come distruttori endocrini, spiazzando le fini regolazioni ormonali che modulano lo sviluppo dell'apparato riproduttivo, durante le prime fasi dell'embriogenesi''.

La Siams sottolinea l'importanza di preservare la 'dote' di spermatozoi ed evitare un ulteriore abbattimento. L'andamento e' gia' naturalmente al ribasso con l'invecchiamento, a partire dai 35 anni senza contare i fattori peggiorativi della fertilita' come obesita', sedentarieta', alcol, fumo e droghe.



© Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati

giovedì 1 dicembre 2011

Il laptop sulle gambe? Gli spermatozoi rischiano

L'uso di computer portatili dotati di connessione Wi-Fi potrebbe compromettere la fertilità maschile. Lo sostiene uno studio pubblicato da Fertility and Sterility in cui un gruppo di ricercatori statunitensi e argentini ha valutato la qualità dello sperma esposto alle onde elettromagnetiche emesse dai dispositivi elettronici, dimostrando che un quarto degli spermatozoi viene ucciso in poche ore. Tuttavia, gli stessi ricercatori sottolineano che questi risultati sono stati ottenuti in una situazione artificiale e che non devono generare un eccessivo allarmismo.


Ciascuno dei campioni di sperma ottenuti da 29 uomini di età compresa tra i 26 e i 45 anni è stato diviso in due parti. Mentre la prima è stata collocata vicino a un computer collegato col Wi-Fi, la seconda è stata conservata alla stessa temperatura, ma lontano dalle onde elettromagnetiche. Dopo 4 ore, il 25% dello sperma contenuto nella prima parte del campione non si muoveva più e il 9% aveva accumulato danni al Dna, mentre nell'altra frazione queste percentuali erano rispettivamente il 14% e il 3%. Se, invece, la connessione Wi-Fi non veniva attivata, non si mostravano significativi danni allo sperma.

Conrado Avendano, autore principale dello studio, precisa: “Non sappiamo se questo effetto è indotto da tutti i portatili connessi al Wi-Fi o se ci sono delle condizioni di utilizzo che lo aumentano”.


(aggiornato 01-12-2011)

di Silvia Soligon (01/12/2011)

martedì 15 novembre 2011

Le 10 regole per una sana vita sessuale

Ecco le dieci regole d’oro che dovrebbero, secondo la Società Italiana di Andrologia, mantenere una regolare e sana vita sessuale; queste regole sono state consigliate e ricordate all'ultimo Congresso Nazionale tenutosi recentemente a Fiuggi:




1. Adottare un sano comportamento sessuale proteggendo se stesso e gli altri: usare il preservativo, evitare bruschi movimenti di angolazione del pene durante la penetrazione e curare l’igiene personale.



2. Evitare il fumo: la sigaretta è stata associata, nell’immaginario cinematografico, al fascino maschile. In realtà, questa immagine non corrisponde a quanto oramai centinaia di studi scientifici hanno evidenziato, e cioè che il fumo riduce le performance sessuali.



3. Avere cura dell’alimentazione e tenere sotto controllo il peso: un’errata alimentazione può determinare elevati valori di grassi e zuccheri nel sangue, e fungere da fattore d’innesco di diabete; un eccessivo consumo di sale è uno dei fattori causali che producono ipertensione. Le dislipidemie, il diabete e l’ipertensione sono universalmente riconosciuti fattori associati a difficoltà di erezione, oltre a costituire importanti fattori di rischio cardiovascolare. Anche l’abuso di alcol svolge un ruolo deleterio sia sulla capacità sessuale che sulla fertilità. L’obesità è stata inoltre identificata come significativamente correlata al deficit erettile.



4. Fare sport, ma correttamente: una regolare attività fisica consente di migliorare le proprie prestazioni sessuali.



5. Avere una sana vita affettiva, lavorativa e relazionale: prendersi cura di sé è importante perché per stare bene è necessario conoscersi, accettarsi, volersi bene.



6. Fare attenzione ai rischi di alcune professioni: la salute dell’individuo nell’ambiente di lavoro è tutelata da norme di sicurezza ed è previsto un controllo da parte dei Servizi di medicina preventiva sulla loro stretta osservanza. Purtroppo non rientrano tra questi controlli anche quelli relativi alla funzione riproduttiva. È noto che l’esposizione occupazionale a molti agenti chimici o fisici può produrre danni, anche irreversibili, a carico dell’apparato riproduttivo maschile; di alcuni il meccanismo d’azione è noto da tempo di altri si sa ancora poco. È pertanto raccomandabile che siano adottate tutte le precauzioni previste dalla legge.



7. Prevenire e curare diabete e ipertensione.



8. Non trascurare i controlli nell’infanzia: alcune alterazioni della funzione sessuale in età adulta hanno la loro origine in problemi irrisolti o risolti tardivamente in età infantile.



9. Fare una visita andrologica in età adulta: la necessità di fare controlli andrologici anche nell’adulto, non solo in caso di patologia, scaturisce prima di tutto dai dati epidemiologici che mostrano come in Italia il 12,8% degli uomini abbia problemi di erezione, il 30% lamenti eiaculazione precoce e come, in caso di infertilità in almeno il 50% dei casi il problema sia maschile.



10. Fare una visita andrologica anche nella terza età: l’avanzare dell’età può determinare un progressivo indebolimento di alcune funzioni quali ad esempio la vista, l’udito e anche la funzione sessuale. Consultare l’andrologo per far presente e curare problemi di deficit dell’erezione non deve essere considerato diverso dal rivolgersi all’oculista o all’otorinolaringoiatra per risolvere i problemi della vista o dell’udito.







Fonte:



http://www.andrologiaitaliana.it/