Dott. Mario De Siati Andrologo Urologo cell 3396412331

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giovedì 27 dicembre 2012

Problemi di erezione maschile: come comportarsi?

http://www.scienze-naturali.it/medicina-salute/salute/problemi-di-erezione-maschile-come-comportars 


In Italia si calcola che vi siano oltre 3 milioni di uomini che soffrono diproblemi di erezione al momento del rapporto sessuale. Questi problemi si verificano in alcuni casi in modo occasionale e solo in circostanze precise, mentre in altri casi in modo continuativo.
I problemi di erezione maschile si possono avere a tutte le età, sia da giovani a soli 18-20 anni così come a 30-40-50 o 60 anni. In pratica non è un problema legato solo alla terza età, come si credeva (ingenuamente) una volta.
Le cause dei problemi di erezione maschile possono essere di due tipi e, in alcuni casi, sono combinate fra loro. In genere si parla di problemi di erezione causati da questioni organiche, oppure di disfunzioni erettili causate da questioni psicologiche e mentali.
Tra le varie cause di origine organica/fisiologica vi sono:
  • una difficoltà generale di circolazione del sangue o più specifica nella sola zona genitale
  • prostatiti e problemi ai testicoli
  • problemi cardiaci
  • errata alimentazione (troppi grassi, colesterolo, zuccheri, prodotti industriali, eccetera)
  • abuso di alcool e/o droghe
  • obesità, sovrappeso, mancanza di movimento, sedentarietà
  • lesioni gravi nell’area pelvica, all’apparato genitale, o alla spina dorsale (per esempio un’ernia del disco)
  • pressione alta o bassa
  • sigarette, tabacco, alcool, stupefacenti, THC, marijuana, problemi respiratori
  • alcune forme di diabete
  • problemi di insulina
  • bassi livelli di testosterone
  • alcune malattie come il morbo di Parkinson, la malattia di Peyronie, sclerosi multipla
  • interazione con alcuni farmaci (ad esempio: antistaminici, antidolorifici, farmaci per l’ipertensione o per curare la prostata, ansiolitici, antidepressivi)
Molto più spesso invece, le cause della disfunzione erettile sono di origine prettamente emotiva e/o psicologica. Tuttavia queste ultime tipologie di cause vengono, molto spesso, sottovalutate da chi presenta il problema erettivo. Fra le possibili cause di origine mentale abbiamo:
  • stress, ansia generica o ansia da prestazione sessuale
  • conflitti e incomprensioni di coppia
  • bassa autostima sessuale e timore di deludere sessualmente le donne
  • timore del giudizio sociale (dipendenza psicologica dall’approvazione altrui)
  • concezioni errate riguardo la sfera sessuale femminile
  • paure legate alle dimensioni del pene
  • auto-repressione psicologica di tipo morale o religioso (il sesso visto come sporco, male o peccaminoso)
  • depressione
  • conflitto interiore di valori
  • paranoia
  • convinzioni auto-limitanti, insicurezza sessuale
  • auto-sabotaggi inconsci (programmazione inconscia al fallimento sessuale)
  • auto-monitorizzazione del pene durante il rapporto sessuale
Affinché l’erezione del pene si possa verificare e mantenere per un tempo sufficientemente lungo, per prima cosa deve innescarsi nel cervello una forte eccitazione mentale a seguito di stimoli sensoriali, visivi, uditivi o di pura immaginazione. L’eccitazione mentale dell’uomo, che è un eccitazione psicologica, provoca la produzione di specifici ormoni e di impulsi elettrici e neuronali che, dal cervello, vengono inviati all’area genitale.
Questi impulsi, a loro volta, provocano un maggiore afflusso di sangue all’interno dei corpi cavernosi del pene. I corpi cavernosi del pene sono molto simili a spugne e hanno la capacità di trattenere sangue per aumentare di volume. Il maggiore afflusso di sangue trattenuto nei corpi cavernosi, provocato inizialmente dall’eccitazione mentale, provoca il gonfiamento e l’aumento di volume del pene e quindi la sua erezione.
Questo è il meccanismo che provoca l’erezione del pene. Solitamente la mancanza di erezione al momento del rapporto sessuale avviene o perché manca la giusta dose di eccitazione mentale, oppure perché in presenza della giusta eccitazione mentale qualcosa và a impedire il meccanismo di afflusso di sangue nel pene.
Se invece l’erezione in un primo momento avviene, ma poi la si perde durante la penetrazione o prima del previsto, è perchè l’iniziale eccitazione mentale che l’ha provocata è diminuita o scomparsa. Oppure perché c’è qualche problema organico che limita, o impedisce, il corretto e iniziale aumento di sangue nei corpi cavernosi. In alcuni casi si possono presentare entrambe queste due situazioni e contemporaneamente.
Ad esempio: un uomo con problemi di circolazione del sangue (causa organica), dopo aver avuto una defaillance erettiva durante il rapporto sessuale precedente, potrebbe sentirsi insicuro e auto programmarsi all’insuccesso nel rapporto successivo (cause psicologiche). In un caso come questo si hanno entrambe le situazioni (cause) a provocare il problema di erezione maschile.
Cosa fare quando si presentano i problemi di erezione maschile? La visita medica o specialistica per verificare di non avere gravi problemi organici, o altri problemi fisici, è sempre raccomandabile. Nel caso di problemi organici si valuta la soluzione migliore con la collaborazione del proprio medico curante. Esercizio fisico, alimentazione sana e appropriata, stile di vita equilibrato posso spesso essere già ottimi rimedi.
In molti casi vengono prescritti farmaci per la disfunzione erettile. I principi attivi presenti in questi farmaci aiutano la fluidificazione e l’afflusso di sangue al pene, ma solo in presenza di un adeguato stimolo psichico (forte eccitazione mentale). Pertanto si possono dimostrare utili non nel “curare”, ma come temporaneo aiuto in individui che presentano difficoltà di circolazione del sangue nella zona genitale.
Essendo farmaci possono presentare effetti collaterali fastidiosi come mal di testa, nausea, problemi visivi eccetera. Inoltre, l’uso deve essere prescritto e tenuto sotto osservazione da parte di medici specialisti. Un uso improprio di tali farmaci, specie se in interazione con altri farmaci per altri problemi, può rivelarsi molto dannoso e pericoloso per la salute. Ancor più se trattasi di farmaci non originali e reperibili su internet a basso costo e senza la ricetta del proprio medico curante.
Altri pseudo farmaci, pillole naturali, integratori naturali, olii o pomate naturali, estratti di erbe esotiche come maca, ginseng, ginko biloba,  eleuterococco, maca, catuaba, la radice di suma, yohimbina, tribulus terrestris, withamnia somnifera e molti altri…non hanno nessuna efficacia provata scientificamente nell’aiutare la fluidificazione del sangue, a livello dell’apparato genitale, per favorire l’erezione.
Alcuni di questi prodotti “naturali” che si propongono come valide alternative ai noti farmaci per i problemi di erezione maschile, sono stati addirittura sequestrati e messi fuori legge dai NAS poiché contenenti sostanze tossiche per la salute che, frequentemente, non venivano neanche dichiarate in etichetta.
Cosa fare se i problemi di erezione maschile sono psicologici? Spesso chi presenta problemi erettivi al momento del rapporto sessuale, tende a pensare erroneamente di avere problemi esclusivamente fisici e a non valutare invece la questione psicologica. Se la disfunzione erettiva si presenta solo in presenza della partner sessuale e non in solitudine, questo è spesso indice del fatto che la causa del problema sia prettamente psicologica e non fisica.
In molti casi il problema di erezione si presenta solo quando si cambia partner sessuale, o con una nuova partner sessuale. Anche questo caso è indice di un problema mentale e psicologico e non organico-fisiologico. In casi come questi può risultare opportuno ricorrere all’aiuto di un valido psicoterapeuta, per migliorare la componente mentale della fiducia in se stessi nella sfera sessuale con le donne.
 

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Aggiunto in: SaluteSalute & Medicina






martedì 18 dicembre 2012

Cuore a rischio per chi soffre di disfunzione erettile


I medici avvertono che sperimentare problemi d’impotenza, o disfunzione erettile, può essere un primo segnale di fattori di rischio che, se non controllato, può portare a malattie cardiache e morte per attacco di cuore
I maschi di età compresa tra i 30 e i 60 anni, oggetto di uno studio Usa sulla relazione tra la disfunzione erettile e le malattie cardiache, pare siano a rischio cuore.
Sono diversi infatti i casi segnalati di morti per arresto cardiaco o attacco di cuore in genere, in persone che soffrivano di problemi d’impotenza fisiologica e non sapevano di avere problemi cardiovascolari.

La disfunzione erettile diviene dunque non solo un problema sessuale, ma un vero e proprio segnale d’allarme per possibili fattori di rischio che, se non tenuta sotto controllo, può portare a malattie cardiache, sostengono i medici della Cleveland Clinic.
«La probabilità di avere una malattia di cuore a un certo punto nella vita – spiega nel comunicato Cleveland il dottor Mehdi Shishehbor – è da due a tre volte più alto in coloro che hanno l’ED [la disfunzione erettile], rispetto a coloro che non ne soffrono».

Ecco pertanto che la questione diventa ambivalente. Da un lato, soffrire di disfunzione erettile può sintomo che qualcosa non va a livello dell’apparato cardiovascolare; dall’altro, la domanda è se sia la stessa ED a causare problemi cardiovascolari.
Domanda a cui risponde il cardiologo: «Le arterie del pene – sottolinea  Shishehbor  – sono molto più piccole delle arterie che forniscono sangue al cuore, al cervello o gli arti inferiori, e quindi si bloccheranno più velocemente. La disfunzione erettile spesso appare come sintomo anni prima dell’attacco di cuore. L’altra ragione è che il pene è più sensibile ai primi cambiamenti associati con un aumentato rischio di malattie cardiache, come l’infiammazione e lo stress ossidativo».
Secondo il cardiologo la disfunzione erettile sarebbe dunque una conseguenza di un problema alle arterie che coinvolge l’apparato più di quanto possa apparire.

Una patologia che interessi le coronarie, le arterie che portano nutrimento al cuore, si contraddistingue da un restringimento e indurimento delle stesse. Questo causa un ridotto afflusso di sangue che può portare da un “semplice” dolore a un attacco cardiaco vero e proprio.
«Lo stesso processo può accadere nel bacino – fa notare il dottor Shishehbor – I fattori di rischio che si applicano alla malattia coronarica sono gli stessi fattori di rischio che si applicano ai blocchi nel pene».
«Nel corso degli anni – aggiunge il cardiologo – si formano dei blocchi che impediscono al sangue di arrivare al pene e, al fine di ottenere l’erezione, abbiamo bisogno del flusso di sangue al pene. Se con l’avanzare dell’età non ci si prende cura dei fattori di rischio, se si fuma, si mangia male, non si tiene sotto controllo la pressione sanguigna, queste cose possono portare allo stesso processo che porta ai blocchi nel cuore e può causare blocchi nel pene».
Cuore e pene sono quindi più legati di quello che si crede. Attenzione perciò all’uno e all’altro.
[lm&sdp]

Foto: ©photoxpress.com/Dmitri MIkitenko 
https://www.facebook.com/pages/Generazione-Ilva/401041836639411?fref=ts



mercoledì 14 novembre 2012


Spremuta di limone ogni giorno
per combattere i calcoli renali


Il citrato impedisce la precipitazione del calcio nelle urine. Per evitare l'eccessiva acidità meglio diluire il succo con acqua

Spremuta di limoniSpremuta di limoni
MILANO - Diversi studi hanno suggerito che il succo di limone sia un rimedio efficace per prevenire i calcoli renali. Ma dei tanti studi fatti, nessuno ha raggiunto conclusi0ni decisive, per questo nefrologi degli Ospedali Riuniti di Bergamo, in collaborazione con l'Istituto Mario Negri e il Consorzio del limone di Siracusa Igp, hanno avviato uno studio clinico controllato che coinvolge oltre 200 pazienti. Lo studio permetterà di verificare se un rimedio semplice, come una spremuta giornaliera di 3-4 limoni, aiuti a prevenire la calcolosi renale.
Ma perché il limone sembra tanto importante nella prevenzione dei calcoli? «Questo agrume — risponde Maria Rosa Caruso, nefrologo degli Ospedali Riuniti di Bergamo, che guida lo studio — contiene 42,9 grammi di citrato per chilo ed è l'agrume più ricco di questa sostanza. Ed è noto che il citrato previene la precipitazione del calcio nelle urine, alla base della formazione di calcoli di ossalato di calcio che rappresentano circa l'80% dei calcoli. «Per evitare però che l'eccessiva acidità del citrato intacchi lo smalto dei denti — continua Caruso — suggeriamo di diluire il succo di limone in acqua e ne sconsigliamo l'uso a chi soffre di reflusso gastroesofageo perché potrebbe accentuare i bruciori gastrici».
A parte il limone, quali altri accorgimenti dieteticipossono essere utili? La risposta viene da una revisione, pubblicata da Urologic Clinics of North America, condotta da ricercatori italiani. Accanto a fattori protettivi già noti, come l’ acqua, ce ne sono di meno conosciuti che possono invece avere un effetto negativo come le proteine e i piatti pronti. «Un elevato consumo di alimenti di origine animale e di piatti pronti, spesso ricchi di sale e molto calorici — spiega Antonio Nouvenne del Centro Calcolosi dell'Università di Parma, coautore della revisione —incrementa il rischio di calcolosi attraverso molti meccanismi. Le proteine animali aumentano il calcio, l'ossalato e l'acido urico urinari (i "mattoni" dei calcoli); più sale si assume più calcio si trova nelle urine e l'eccesso calorico favorisce il sovrappeso, di per sè associato al rischio di calcolosi. Se alla dieta scorretta si associa la sedentarietà, il rischio diviene ancora più elevato: l'esercizio fisico contribuisce infatti migliora il controllo pressorio, aumenta il flusso sanguigno renale e riduce le molecole pro infiammatorie alla base dei meccanismi dell'infiammazione e dell'adesione agli epiteli delle vie urinarie dei piccoli cristalli che si aggregano fino a formare i calcoli».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

martedì 2 ottobre 2012


MALATTIA DI LA PEYRONIE

 La malattia di La Peyronie , anche definita come Induratio Penis Plastica (IPP), è caratterizzata tipicamente dalla formazione di tessuto fibroso o calcifico a livello dell’albuginea del pene che causa dolore e curvatura durante l’ erezione e difficoltà durante il rapporto sessuale.



Incidenza e prevalenza

La malattia di La Peyronie si presenta in circa l’1% degli uomini ed è più comune fra i 45 e i 60 anni. Si stima che la sua diffusione possa essere anche più alta a causa della riluttanza del paziente a sottoporsi all’ osservazione del medico.

Segni e sintomi

La malattia di La Peyronie può avere vari livelli di gravità e una diversa velocità di comparsa e di evoluzione. I sintomi includono i seguenti:

• Tessuto di consistenza aumentata (placca) nel pene

• Dolore durante l’ erezione

• Curvatura del pene durante l’ erezione

• Deformità del pene

 
La placca si sviluppa solitamente a livello della parte superiore dell'asta, portando il pene a curvare verso l' alto durante l’ erezione, ma può anche svilupparsi sulla parte inferiore e causare quindi una curvatura verso il basso o sulla parte laterale determinando una curvatura dallo stesso lato. In circa il 13% dei casi la placca non provoca dolore e il grado di curvatura è così minimo da non necessitare di alcun trattamento. In alcuni casi ,se pur raramente , la malattia può risolversi spontaneamente. Nei casi più gravi il dolore e la curvatura provocano deficit erettile di vario grado.


Diagnosi

Il tessuto indurito può essere apprezzato alla palpazione. Delle fotografie della deformità eseguite direttamente dal paziente e mostrate al medico sono fondamentali . Se la placca è di natura calcifica può essere identificata tramite ecografia e radiografia.


Trattamento

L' obiettivo del trattamento medico mira alla riduzione del dolore e al rallentamento della progressione della malattia. La chirurgia , allo stato attuale, e l'unico trattamento efficace e risolutivo. Il trattamento non chirurgico dovrebbe essere effettuato entro 6 mesi dall'inizio dei sintomi e prima che la placca si calcifichi.

Chirurgia

La terapia chirurgica viene impiegata nei casi severi e persistenti di Peyronie, che non hanno risposto al trattamento medico. Le procedure utilizzate includono:

• la plicatura del tessuto posizionato al lato opposto della placca al fine di ridurre la curvatura (interventi di Nesbit e di Yachia)

• l'incisione della placca stessa allo scopo di rilassare la tonaca albuginea, con innesto di un materiale protesico


• l’ impianto di una protesi peniena • una combinazione dei precedenti interventi



.• una combinazione dei precedenti interventi






 












   
 
 
 
 
 
 
 
 

martedì 17 luglio 2012

Un farmaco anticalvizie maschile dietro a disfunzione erettile e altri problemi sessuali

http://www3.lastampa.it/benessere/sezioni/medicina/articolo/lstp/462530/

Gli uomini che assumono il farmaco Propecia o Finasteride per combattere la calvizie possono incorrere in spiacevoli effetti collaterali: disfunzione erettile, calo della libido, difficoltà di orgasmo e dolore ai genitali, anche per molto tempo dopo


I ricercatori della George Washington University hanno scoperto che utilizzare un noto farmaco per il trattamento della calvizie potrebbe influire negativamente sulla sessualità maschile.

Se dunque si stava cercando di essere più “maschi” rinfoltendo la chioma, si rischia invece di ottenere l’effetto contrario venendo a soffrire di tutta una serie di disturbi sessuali tra cui calo della libido, problemi di orgasmo e disfunzione erettile.



Per giungere alle loro conclusioni i ricercatori statunitensi, guidati dal dottor Michael Irwig della GWU, hanno reclutato 71 volontari uomini di età compresa tra i 21 e 46 tutti che soffrivano di calvizie e avevano sperimentato gli effetti collaterali del farmaco ancora dopo tre o più mesi dopo l’interruzione del trattamento. I partecipanti si sono auto-offerti di partecipare allo studio dopo aver risposto all’appello pubblicato sul sito Propeciahelp.com, nato proprio per valutare gli effetti del farmaco.



Dall’indagine si è scoperto che quasi tutti gli uomini avevano segnalato problemi sessuali. Tra questi, i più comuni erano la disfunzione erettile, una riduzione della libido, problemi di orgasmo, riduzione e dolore ai genitali. Alcuni partecipanti hanno anche segnalato disturbi neurologici come depressione, ansia e turbe cognitive. Tutti questi disturbi sono continuati anche dopo mesi, quando non anni, dopo l’interruzione del trattamento farmacologico per circa il 96% dei partecipanti allo studio.

Fatto degno di nota è che nessuno dei partecipanti soffriva di disturbi sessuali, medici o psichiatrici, prima di assumere Propecia.



Lo studio, pubblicato sul Journal of Sexual Medicine, ha evidenziato nel particolare che il 94% dei soggetti in questione ha visto ridursi la libido; il 92% ha sviluppato la disfunzione erettile e una diminuzione dell’eccitazione e, infine, il 69% ha avuto problemi d’orgasmo.

I ricercatori tengono a precisare che i risultati di questo studio, oltre a essere riferiti a un numero piuttosto ridotto di soggetti, questi si erano auto-proposti per l’indagine, per cui è possibile che molti dei partecipanti fossero tra le persone più investite dagli effetti negativi del farmaco.



«I nostri risultati fanno sospettare che questo farmaco possa aver recato dei danni permanenti a questi uomini», commenta nel comunicato GWU il dottor Irwig. Sebbene nel foglio illustrativo del farmaco siano segnalati i possibili effetti collaterali, fanno notare gli autori, questi sono indicati come passeggeri o comunque reversibili. Non si fa tuttavia cenno a possibili effetti irreversibili o comunque persistenti per un lungo periodo di tempo.

[lm&sdp]





Foto: ©photoxpress.com/Dmitri MIkitenko