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domenica 13 gennaio 2013

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mercoledì 9 gennaio 2013

I GRASSI SATURI RIDUCONO GLI SPERMATOZOI

Una nuova ricerca rivela che i grassi saturi, come quelli presenti nei formaggi e nelle carni meno magre, non fanno solo ingrassare, ma riducono il numero di spermatozoi. Lo studio, condotto presso il Rigshospitalet di Copenhagen e pubblicato sul The American Journal of Clinical Nutrition, ha scoperto che i giovani maschi danesi che mangiano le maggiori quantita' di grassi saturi hanno una concentrazione di liquido seminale del 38% minore e un numero di spermatozoi del 41% minore rispetto a quelli che ingeriscono meno grassi. I ricercatori hanno esaminato 701 giovani uomini danesi di eta' media 20 anni. Gli uomini che traevano meno dell'11,2 per cento della loro energia dai grassi saturi avevano una concentrazione spermatica media di 50 milioni per millilitro e un conto totale di 162 milioni. Quelli che invece traevano oltre il 15 per cento della loro energia dai grassi saturi avevano una concentrazione di 45 milioni per millilitro e un computo totale di 128 milioni di spermatozoi. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanita', la concentrazione minima dovrebbe essere di 15 milioni per millilitro: nello studio, il 13 per cento degli uomini che mangiavano meno grassi saturi e il 18% degli uomini che ne mangiavano di piu' erano al di sotto di questo valore.


High dietary intake of saturated fat is associated with reduced semen quality among 701 young Danish men from the general population1,2,3

  1. Niels Jørgensen
+Author Affiliations
  1. 1From the University Department of Growth and Reproduction, Rigshospitalet, Denmark (TKJ, MBJ, A-MA, NES, UNJ, MPL, PC, THL, and NJ); the Department of Environmental Medicine, Institute of Public Health, University of Southern Denmark, Odense, Denmark (TKJ and CD); the Research Unit for Dietary Studies, Institute of Preventive Medicine, Copenhagen Capital Region, Copenhagen University Hospitals, Copenhagen, Denmark (BLH); the Unit for Nutrition Research, Faculty of Food Science and Nutrition, University of Iceland, Reykjavik, Iceland (TIH); and the Center for Fetal Programming, Department of Epidemiology Research, Statens Serum, Institute, Copenhagen, Denmark (TIH).
+Author Notes
  • 2 Supported by The Danish Council for Strategic Research, Program Commission on Health, Food and Welfare (project no. 2101-08-0058), Rigshospitalet (grant 961506336), European Union, DEER (grant agreement no. 212844), The Danish Ministry of Health, The Danish Environmental Protection Agency, and Kirsten and Freddy Johansens Foundation (grant 95-103-72087).
  • 3 Address correspondence to TK Jensen, University Department of Growth and Reproduction, Rigshospitalet, Blegdamsvej 9, 2100 Copenhagen, Denmark. E-mail: tkjensen@health.sdu.dk.

Abstract

Background: Saturated fat intake has been associated with both cardiovascular disease and cancer risk, and a newly published study found an association between saturated fat intake and a lower sperm concentration in infertile men.
Objective: The objective was to examine the association between dietary fat intake and semen quality among 701 young Danish men from the general population.
Design: In this cross-sectional study, men were recruited when they were examined to determine their fitness for military service from 2008 to 2010. They delivered a semen sample, underwent a physical examination, and answered a questionnaire comprising a quantitative food-frequency questionnaire to assess food and nutrient intakes. Multiple linear regression analyses were performed with semen variables as outcomes and dietary fat intakes as exposure variables, adjusted for confounders.
Results: A lower sperm concentration and total sperm count in men with a high intake of saturated fat was found. A significant dose-response association was found, and men in the highest quartile of saturated fat intake had a 38% (95% CI: 0.1%, 61%) lower sperm concentration and a 41% (95% CI: 4%, 64%) lower total sperm count than did men in the lowest quartile. No association between semen quality and intake of other types of fat was found.
Conclusions: Our findings are of potentially great public interest, because changes in diet over the past decades may be part of the explanation for the recently reported high frequency of subnormal human sperm counts. A reduction in saturated fat intake may be beneficial for both general and reproductive health.
  • Received May 2, 2012.
  • Accepted October 26, 2012.


giovedì 27 dicembre 2012

Problemi di erezione maschile: come comportarsi?

http://www.scienze-naturali.it/medicina-salute/salute/problemi-di-erezione-maschile-come-comportars 


In Italia si calcola che vi siano oltre 3 milioni di uomini che soffrono diproblemi di erezione al momento del rapporto sessuale. Questi problemi si verificano in alcuni casi in modo occasionale e solo in circostanze precise, mentre in altri casi in modo continuativo.
I problemi di erezione maschile si possono avere a tutte le età, sia da giovani a soli 18-20 anni così come a 30-40-50 o 60 anni. In pratica non è un problema legato solo alla terza età, come si credeva (ingenuamente) una volta.
Le cause dei problemi di erezione maschile possono essere di due tipi e, in alcuni casi, sono combinate fra loro. In genere si parla di problemi di erezione causati da questioni organiche, oppure di disfunzioni erettili causate da questioni psicologiche e mentali.
Tra le varie cause di origine organica/fisiologica vi sono:
  • una difficoltà generale di circolazione del sangue o più specifica nella sola zona genitale
  • prostatiti e problemi ai testicoli
  • problemi cardiaci
  • errata alimentazione (troppi grassi, colesterolo, zuccheri, prodotti industriali, eccetera)
  • abuso di alcool e/o droghe
  • obesità, sovrappeso, mancanza di movimento, sedentarietà
  • lesioni gravi nell’area pelvica, all’apparato genitale, o alla spina dorsale (per esempio un’ernia del disco)
  • pressione alta o bassa
  • sigarette, tabacco, alcool, stupefacenti, THC, marijuana, problemi respiratori
  • alcune forme di diabete
  • problemi di insulina
  • bassi livelli di testosterone
  • alcune malattie come il morbo di Parkinson, la malattia di Peyronie, sclerosi multipla
  • interazione con alcuni farmaci (ad esempio: antistaminici, antidolorifici, farmaci per l’ipertensione o per curare la prostata, ansiolitici, antidepressivi)
Molto più spesso invece, le cause della disfunzione erettile sono di origine prettamente emotiva e/o psicologica. Tuttavia queste ultime tipologie di cause vengono, molto spesso, sottovalutate da chi presenta il problema erettivo. Fra le possibili cause di origine mentale abbiamo:
  • stress, ansia generica o ansia da prestazione sessuale
  • conflitti e incomprensioni di coppia
  • bassa autostima sessuale e timore di deludere sessualmente le donne
  • timore del giudizio sociale (dipendenza psicologica dall’approvazione altrui)
  • concezioni errate riguardo la sfera sessuale femminile
  • paure legate alle dimensioni del pene
  • auto-repressione psicologica di tipo morale o religioso (il sesso visto come sporco, male o peccaminoso)
  • depressione
  • conflitto interiore di valori
  • paranoia
  • convinzioni auto-limitanti, insicurezza sessuale
  • auto-sabotaggi inconsci (programmazione inconscia al fallimento sessuale)
  • auto-monitorizzazione del pene durante il rapporto sessuale
Affinché l’erezione del pene si possa verificare e mantenere per un tempo sufficientemente lungo, per prima cosa deve innescarsi nel cervello una forte eccitazione mentale a seguito di stimoli sensoriali, visivi, uditivi o di pura immaginazione. L’eccitazione mentale dell’uomo, che è un eccitazione psicologica, provoca la produzione di specifici ormoni e di impulsi elettrici e neuronali che, dal cervello, vengono inviati all’area genitale.
Questi impulsi, a loro volta, provocano un maggiore afflusso di sangue all’interno dei corpi cavernosi del pene. I corpi cavernosi del pene sono molto simili a spugne e hanno la capacità di trattenere sangue per aumentare di volume. Il maggiore afflusso di sangue trattenuto nei corpi cavernosi, provocato inizialmente dall’eccitazione mentale, provoca il gonfiamento e l’aumento di volume del pene e quindi la sua erezione.
Questo è il meccanismo che provoca l’erezione del pene. Solitamente la mancanza di erezione al momento del rapporto sessuale avviene o perché manca la giusta dose di eccitazione mentale, oppure perché in presenza della giusta eccitazione mentale qualcosa và a impedire il meccanismo di afflusso di sangue nel pene.
Se invece l’erezione in un primo momento avviene, ma poi la si perde durante la penetrazione o prima del previsto, è perchè l’iniziale eccitazione mentale che l’ha provocata è diminuita o scomparsa. Oppure perché c’è qualche problema organico che limita, o impedisce, il corretto e iniziale aumento di sangue nei corpi cavernosi. In alcuni casi si possono presentare entrambe queste due situazioni e contemporaneamente.
Ad esempio: un uomo con problemi di circolazione del sangue (causa organica), dopo aver avuto una defaillance erettiva durante il rapporto sessuale precedente, potrebbe sentirsi insicuro e auto programmarsi all’insuccesso nel rapporto successivo (cause psicologiche). In un caso come questo si hanno entrambe le situazioni (cause) a provocare il problema di erezione maschile.
Cosa fare quando si presentano i problemi di erezione maschile? La visita medica o specialistica per verificare di non avere gravi problemi organici, o altri problemi fisici, è sempre raccomandabile. Nel caso di problemi organici si valuta la soluzione migliore con la collaborazione del proprio medico curante. Esercizio fisico, alimentazione sana e appropriata, stile di vita equilibrato posso spesso essere già ottimi rimedi.
In molti casi vengono prescritti farmaci per la disfunzione erettile. I principi attivi presenti in questi farmaci aiutano la fluidificazione e l’afflusso di sangue al pene, ma solo in presenza di un adeguato stimolo psichico (forte eccitazione mentale). Pertanto si possono dimostrare utili non nel “curare”, ma come temporaneo aiuto in individui che presentano difficoltà di circolazione del sangue nella zona genitale.
Essendo farmaci possono presentare effetti collaterali fastidiosi come mal di testa, nausea, problemi visivi eccetera. Inoltre, l’uso deve essere prescritto e tenuto sotto osservazione da parte di medici specialisti. Un uso improprio di tali farmaci, specie se in interazione con altri farmaci per altri problemi, può rivelarsi molto dannoso e pericoloso per la salute. Ancor più se trattasi di farmaci non originali e reperibili su internet a basso costo e senza la ricetta del proprio medico curante.
Altri pseudo farmaci, pillole naturali, integratori naturali, olii o pomate naturali, estratti di erbe esotiche come maca, ginseng, ginko biloba,  eleuterococco, maca, catuaba, la radice di suma, yohimbina, tribulus terrestris, withamnia somnifera e molti altri…non hanno nessuna efficacia provata scientificamente nell’aiutare la fluidificazione del sangue, a livello dell’apparato genitale, per favorire l’erezione.
Alcuni di questi prodotti “naturali” che si propongono come valide alternative ai noti farmaci per i problemi di erezione maschile, sono stati addirittura sequestrati e messi fuori legge dai NAS poiché contenenti sostanze tossiche per la salute che, frequentemente, non venivano neanche dichiarate in etichetta.
Cosa fare se i problemi di erezione maschile sono psicologici? Spesso chi presenta problemi erettivi al momento del rapporto sessuale, tende a pensare erroneamente di avere problemi esclusivamente fisici e a non valutare invece la questione psicologica. Se la disfunzione erettiva si presenta solo in presenza della partner sessuale e non in solitudine, questo è spesso indice del fatto che la causa del problema sia prettamente psicologica e non fisica.
In molti casi il problema di erezione si presenta solo quando si cambia partner sessuale, o con una nuova partner sessuale. Anche questo caso è indice di un problema mentale e psicologico e non organico-fisiologico. In casi come questi può risultare opportuno ricorrere all’aiuto di un valido psicoterapeuta, per migliorare la componente mentale della fiducia in se stessi nella sfera sessuale con le donne.
 

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Aggiunto in: SaluteSalute & Medicina






martedì 18 dicembre 2012

Cuore a rischio per chi soffre di disfunzione erettile


I medici avvertono che sperimentare problemi d’impotenza, o disfunzione erettile, può essere un primo segnale di fattori di rischio che, se non controllato, può portare a malattie cardiache e morte per attacco di cuore
I maschi di età compresa tra i 30 e i 60 anni, oggetto di uno studio Usa sulla relazione tra la disfunzione erettile e le malattie cardiache, pare siano a rischio cuore.
Sono diversi infatti i casi segnalati di morti per arresto cardiaco o attacco di cuore in genere, in persone che soffrivano di problemi d’impotenza fisiologica e non sapevano di avere problemi cardiovascolari.

La disfunzione erettile diviene dunque non solo un problema sessuale, ma un vero e proprio segnale d’allarme per possibili fattori di rischio che, se non tenuta sotto controllo, può portare a malattie cardiache, sostengono i medici della Cleveland Clinic.
«La probabilità di avere una malattia di cuore a un certo punto nella vita – spiega nel comunicato Cleveland il dottor Mehdi Shishehbor – è da due a tre volte più alto in coloro che hanno l’ED [la disfunzione erettile], rispetto a coloro che non ne soffrono».

Ecco pertanto che la questione diventa ambivalente. Da un lato, soffrire di disfunzione erettile può sintomo che qualcosa non va a livello dell’apparato cardiovascolare; dall’altro, la domanda è se sia la stessa ED a causare problemi cardiovascolari.
Domanda a cui risponde il cardiologo: «Le arterie del pene – sottolinea  Shishehbor  – sono molto più piccole delle arterie che forniscono sangue al cuore, al cervello o gli arti inferiori, e quindi si bloccheranno più velocemente. La disfunzione erettile spesso appare come sintomo anni prima dell’attacco di cuore. L’altra ragione è che il pene è più sensibile ai primi cambiamenti associati con un aumentato rischio di malattie cardiache, come l’infiammazione e lo stress ossidativo».
Secondo il cardiologo la disfunzione erettile sarebbe dunque una conseguenza di un problema alle arterie che coinvolge l’apparato più di quanto possa apparire.

Una patologia che interessi le coronarie, le arterie che portano nutrimento al cuore, si contraddistingue da un restringimento e indurimento delle stesse. Questo causa un ridotto afflusso di sangue che può portare da un “semplice” dolore a un attacco cardiaco vero e proprio.
«Lo stesso processo può accadere nel bacino – fa notare il dottor Shishehbor – I fattori di rischio che si applicano alla malattia coronarica sono gli stessi fattori di rischio che si applicano ai blocchi nel pene».
«Nel corso degli anni – aggiunge il cardiologo – si formano dei blocchi che impediscono al sangue di arrivare al pene e, al fine di ottenere l’erezione, abbiamo bisogno del flusso di sangue al pene. Se con l’avanzare dell’età non ci si prende cura dei fattori di rischio, se si fuma, si mangia male, non si tiene sotto controllo la pressione sanguigna, queste cose possono portare allo stesso processo che porta ai blocchi nel cuore e può causare blocchi nel pene».
Cuore e pene sono quindi più legati di quello che si crede. Attenzione perciò all’uno e all’altro.
[lm&sdp]

Foto: ©photoxpress.com/Dmitri MIkitenko 
https://www.facebook.com/pages/Generazione-Ilva/401041836639411?fref=ts



mercoledì 14 novembre 2012


Spremuta di limone ogni giorno
per combattere i calcoli renali


Il citrato impedisce la precipitazione del calcio nelle urine. Per evitare l'eccessiva acidità meglio diluire il succo con acqua

Spremuta di limoniSpremuta di limoni
MILANO - Diversi studi hanno suggerito che il succo di limone sia un rimedio efficace per prevenire i calcoli renali. Ma dei tanti studi fatti, nessuno ha raggiunto conclusi0ni decisive, per questo nefrologi degli Ospedali Riuniti di Bergamo, in collaborazione con l'Istituto Mario Negri e il Consorzio del limone di Siracusa Igp, hanno avviato uno studio clinico controllato che coinvolge oltre 200 pazienti. Lo studio permetterà di verificare se un rimedio semplice, come una spremuta giornaliera di 3-4 limoni, aiuti a prevenire la calcolosi renale.
Ma perché il limone sembra tanto importante nella prevenzione dei calcoli? «Questo agrume — risponde Maria Rosa Caruso, nefrologo degli Ospedali Riuniti di Bergamo, che guida lo studio — contiene 42,9 grammi di citrato per chilo ed è l'agrume più ricco di questa sostanza. Ed è noto che il citrato previene la precipitazione del calcio nelle urine, alla base della formazione di calcoli di ossalato di calcio che rappresentano circa l'80% dei calcoli. «Per evitare però che l'eccessiva acidità del citrato intacchi lo smalto dei denti — continua Caruso — suggeriamo di diluire il succo di limone in acqua e ne sconsigliamo l'uso a chi soffre di reflusso gastroesofageo perché potrebbe accentuare i bruciori gastrici».
A parte il limone, quali altri accorgimenti dieteticipossono essere utili? La risposta viene da una revisione, pubblicata da Urologic Clinics of North America, condotta da ricercatori italiani. Accanto a fattori protettivi già noti, come l’ acqua, ce ne sono di meno conosciuti che possono invece avere un effetto negativo come le proteine e i piatti pronti. «Un elevato consumo di alimenti di origine animale e di piatti pronti, spesso ricchi di sale e molto calorici — spiega Antonio Nouvenne del Centro Calcolosi dell'Università di Parma, coautore della revisione —incrementa il rischio di calcolosi attraverso molti meccanismi. Le proteine animali aumentano il calcio, l'ossalato e l'acido urico urinari (i "mattoni" dei calcoli); più sale si assume più calcio si trova nelle urine e l'eccesso calorico favorisce il sovrappeso, di per sè associato al rischio di calcolosi. Se alla dieta scorretta si associa la sedentarietà, il rischio diviene ancora più elevato: l'esercizio fisico contribuisce infatti migliora il controllo pressorio, aumenta il flusso sanguigno renale e riduce le molecole pro infiammatorie alla base dei meccanismi dell'infiammazione e dell'adesione agli epiteli delle vie urinarie dei piccoli cristalli che si aggregano fino a formare i calcoli».
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