Dott. Mario De Siati Andrologo Urologo cell 3396412331

Consulta Privata:

Foggia -Via Crostarosa n°25° tel:0881 743507 /

Altamura -Stada Privata Stasolla n°8 tel:080 3146470/


Taranto - Via Lago d'Arvo 31 H tel: 3396412331

Brindisi - Via Seneca 8 tel:3396412331







giovedì 10 dicembre 2020

Alcune riflessioni sul deficit erettile .

Alcune riflessioni sul deficit erettile. https://youtu.be/gWH1yLbu_5U 

martedì 8 dicembre 2020

Calo del desiderio sessuale

Potrebbe sembrare un paradosso il fatto qualcosa di tanto eccitante possa dare problemi di erezione e calo del desiderio sessuale. Invece, secondo recenti studi, sono in aumento di casi di disfunzione erettile sotto i 40 anni. E tra le cause individuate, anche l’uso di pornografia sul web.  
Disfunzione erettile ma anche calo del desiderio, eiaculazione ritardata e minore soddisfazione sessuale: fenomeni in crescita, negli ultimi anni, anche tra i più giovani.
La causa? Secondo recenti studi, che confermano le ipotesi avanzate già nel 2007, anche l’uso frequente di materiale pornografico su internet. Molte ricerche conducono tutte alle stesse conclusioni: disturbi sessuali da uso eccessivo di pornografia, si risolvono con un periodo sufficiente di “astinenza dal web”.
Pornografia online, come agisce sul cervello dei maschi?
«La pornografia sul web sembra rappresentare per il cervello maschile una sorta di iper-stimolo in grado di influenzare e facilitare un comportamento sessuale compulsivo -. Il web infatti mette a disposizione una serie illimitata di contenuti sessualmente espliciti, gratuiti e facilmente accessibili, offrendo anche la possibilità di aumentare l’eccitazione sessuale semplicemente con un clic, cambiando contenuto. Rispetto ad altri contenuti pornografici, gli stimoli visivi e sonori che derivano dai video sarebbero in grado di innescare una maggiore eccitazione. Il risultato?  Nella vita sessuale reale con il partner, il sesso non risulta più all’altezza delle aspettative generate, e questo darebbe origine a diversi disturbi della sfera sessuale, tra cui la disfunzione erettile, minore soddisfazione durante i rapporti sessuali e calo del desiderio».
Un rischio sottovalutato
«I potenziali rischi legati all’abuso di pornografia online sono oggi quasi completamente ignorati dalla maggior parte delle persone – avverte l’esperto -. Questo rende ancora più difficile diagnosticare il problema, spesso legato a una dipendenza. Non solo, anche a livello clinico, manca di fatto un’opportuna valutazione: basti pensare che mentre la dipendenza da gioco su internet rientra nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), quella da pornografia non è ancora contemplata».

sabato 5 dicembre 2020

Sesso? No». Tre milioni in Italia con disfunzione erettile: uno su tre non sa che si cura

open sidebar

«Sesso? No». Tre milioni in Italia con disfunzione erettile: uno su tre non sa che si cura

GUARDA IL VIDEO«Sesso? No». Tre milioni in Italia con disfunzione erettile: uno su tre non sa che si cura

Sesso? Preferisco di no”.  E dietro quel no un segreto che si fa ancora fatica a confessare: la disfunzione erettile. Un disturbo che, nel nostro Paese, colpisce circa tre milioni di uomini.  A distanza di oltre vent'anni dalla comparsa della pillola blu contro questo problema è ancora molto diffusa la vergogna a raccontarsi e a chiedere aiuto. Tanto che uno su tre non sa che può curarsi e non conosce le conseguenze del far finta che la patologia non esista.

Troppi video porno? Rischio di "flop" a letto: sesso virtuale dà problemi di impotenza

Perché, come rivelano i  risultati di uno studio che verrà presentato durante il congresso della Società italiana di urologia che si svolgerà il 17 e 18 ottobre (siu.it/congresso) collegati alla disfunzione erettile sono stati identificati anche il diabete e l'ipertensione. Il non riuscire ad avere un rapporto sessuale potrebbe, infatti, essere un campanello d'allarme di altre condizioni preoccupanti. Ma, quando si sfiora l'argomento potenza sessuale sembra che l'uomo faccia davvero molta a fatica ad affrontare il problema lasciando spazio al non sapere. Il 90% ignora alternative, alcune persino scontate come un sostegno psico-sessuale, altre più complesse ma disponibili e sperimentate «come la terapia iniettiva, iniezioni nei corpi cavernosi, l’impiego dei vacuum device, i dispositivi meccanici che sfruttano il vuoto creato da una pompa aspirante per indurre un'erezione, oppure la chirurgia protesica» spiegano gli specialisti.

Da qui, le convinzioni errate che fanno ritardare la diagnosi e la terapia. Uno su due, per esempio, è convinto che sia un problema dei soli over 50. Ma, non è vero. il rischio di disfunzione erettile cresce con il passare degli anni, ma colpisce uomini di tutte le età. Il 36,5% ignora l’esistenza di trattamenti ad hoc.  Questi numeri italiani sono parte di un'ampia indagine condotta dalla Società europea di urologia in Germania, Spagna, Francia e Regno Unito. «Le linee guida sulla salute sessuale 2020 della European association of urology confermano un’alta prevalenza e una notevole incidenza di disfunzione erettile in tutto il mondo, riportando un valore medio del 52% negli uomini nella fascia di età compresa tra i 40 e i 70 anni – Walter Artibani segretario generale della Società italiana di urologia –  È sorprendente come ancora una così ampia fetta di persone non sappia cosa sia la disfunzione erettile, che ormai è considerata una patologia maschile di riscontro comune, mentre sarebbero tanti i motivi per approfondire le proprie conoscenze. C’è addirittura un 38% che spiega di aver riscontrato difficoltà sotto le lenzuola da lungo tempo, un periodo compreso tra i 6 mesi e i due anni».

  Se gli italiani sono poco preparati, altrettanto e forse anche peggio si può dire degli uomini europei. Un’indagine commissionata dall’European association of urology su un campione di donne e uomini, tra i 20 e i 70 anni, residenti anche in Spagna, Francia, Germania e Regno Unito, ha rivelato come la stragrande maggioranza sappia poco di questa malattia. E alla domanda “che cos’è la disfunzione erettile?”, il 34% dà una risposta scorretta mentre il 17% addirittura non sa cosa sia. I meno preparati? I tedeschi. I migliori, gli spagnoli.

Leggi l'articolo completo
su Il Messaggero

giovedì 3 dicembre 2020

il deficit erettile si combatte anche a tavola

il deficit erettile si combatte anche a tavola
Seguire una dieta sana permette di ridurre del 22% il rischio di soffrire di disfunzione erettile in età avanzata. A questa conclusione è giunto uno studio che ha preso in considerazione i dati relativi a oltre 20 mila uomini negli USA.(Reuters Health) – Gli uomini che seguono una dieta sana hanno minori probabilità di sviluppare disfunzione erettile con l’avanzare dell’età. L’evidenza emerge dall’analisi dei dati relativi a oltre 20.000 uomini partecipanti allo studio a lungo termine Health Professionals Follow-Up Study.

I ricercatori hanno osservato una riduzione del 22% del rischio di disfunzione erettile (ED) in chi seguiva regimi alimentari sani.

“Il risultato chiave del nostro studio è stato che gli uomini che seguono un modello alimentare sano, consumando più frutta, verdura, noci, legumi e pesce e meno carni rosse e lavorate, hanno meno probabilità di sviluppare disfunzione erettile”, ha dichiarato l’autore principale dello studio, Scott Bauer, professore assistente di medicina e urologia presso l’Università della California di San Francisco e medico di assistenza primaria presso il San Francisco VA Medical Center.

Le modalità con cui un’alimentazione sana riduce il rischio di disfunzione erettile sono ancora ignote, ma, sottolinea Bauer, “la disfunzione erettile è un segnale di allarme precoce di una malattia cardiovascolare, soprattutto nei giovani, e disfunzione erettile e patologie cardiovascolari condividono molti fattori di rischio”.
I partecipanti a questo studio prospettico hanno compilato un questionario di frequenza di assunzione degli alimenti (FFQ) ogni quattro anni e ogni due anni altri questionari relativi ai fattori legati allo stile di vita, alle patologie e ai farmaci assunti. La disfunzione erettile incidente è stata valutata con questionari nel 2000, 2004, 2008 e 2012.

La qualità dell’alimentazione è stata valutata in base ai punteggi dell’Alternative Healthy Eating Index 2010 (AHEI) e del Mediterranean diet. Le scelte alimentari sono state valutate sulla base di 11 elementi con criteri predefiniti per completa aderenza versus non aderenza. Un maggior consumo di frutta, verdura, cibi integrali, noci e legumi, grassi polinsaturi e acidi grassi omega-3 e una minore assunzione di carni rosse e lavorate, bevande zuccherate, acidi grassi transgenici e sodio contribuivano a un maggior punteggio sugli indici alimentari. Anche un moderato consumo di alcool (0,5-2 bevande al giorno) contribuiva a ottenere un maggior punteggio.
 
Gli uomini nei quintili superiori dei punteggi Mediterranean Diet e AHEI presentavano il minor rischio di disfunzione erettile incidente rispetto a quelli nel quintile inferiore, soprattutto nei soggetti al di sotto dei 60 anni d’età (Hazard Ratio 0,78).
Un trend simile è stato osservato per i punteggi più elevati sul Mediterranean Diet negli uomini con un’età compresa tra 60 e 69 anni (HR 0,82) e in quelli a partire dai 70 anni d’età (HR 0,93).

Fonte: JAMA Network Open

Linda Carroll

(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
16 novembre 2020
© QS Edizioni - Riproduzione ris

domenica 8 novembre 2020

Impotenza: per un uomo su due è un problema della mezza età

https://www.repubblica.it/salute/2020/10/12/news/impotenza_per_un_uomo_su_due_e_un_problema_della_mezza_eta_-270308423/ 


Colpisce tre milioni di uomini, ma in molti tendono a rimuovere il problema
 3 MINUTI DI LETTURA
TRE milioni di uomini, secondo i dati ufficiali, soffrono di disfunzione erettile, ma a questi si aggiungono tre milioni sommersi e difficili da individuare. Su questo disturbo sessuale, nel nostro Paese come in altri Stati europei, regnano ancora paura, timore di essere giudicati, ignoranza. Secondo i risultati di un'indagine che verranno analizzati dalla Società italiana di urologia (Siu) in occasione del 93.esimo Congresso nazionale a Roma il 17-18 ottobre, gli italiani non ne sanno molto. Uno su due (52,5%) è convinto che il problema colpisca necessariamente i maschi dalla mezza età in avanti, con un 25% secondo cui il problema riguarderebbe la fascia 50-80 anni e un altro 27,5% che ritiene a rischio i soli over 50. Questi numeri italiani sono parte di una più ampia indagine condotta dalla Società europea di urologia (Eau) su oltre tremila persone in Germania, Spagna, Francia, Regno Unito e Italia, dove sono stati esaminati 228 questionari compilati da un campione di uomini individuato dalla Siu. Il congresso degli urologi italiani, quest'anno, sarà un evento ibrido: un pò reale (all'Auditorio del Massimo) e un pò virtuale, con oltre 2000 partecipanti previsti in totale.

I dati

"Le linee guida della European Association of Urology (Eau) sulla salute sessuale 2020 confermano un'alta prevalenza e una notevole incidenza di disfunzione erettile in tutto il mondo, riportando un valore medio del 52% negli uomini tra i 40 e i 70 anni - spiega Walter Artibani, segretario generale della Siu - È vero che il rischio di disfunzione erettile cresce con il passare degli anni, ma colpisce uomini di tutte le età e le etnie. È sorprendente come ancora una così ampia fetta di persone non sappia cosa sia la disfunzione erettile, che ormai è considerata una patologia maschile di riscontro comune, mentre sarebbero tanti i motivi per approfondire le proprie conoscenze. Secondo i nostri dati, infatti, il 32,5% degli uomini riferisce di avere una vita sessuale poco soddisfacente, un altro 28,5% racconta di essere incorso in problemi di erezione almeno una volta la settimana. E c'è addirittura un 38% che spiega di aver riscontrato difficoltà sotto le lenzuola da lungo tempo, tra i 6 mesi e i due anni".

LEGGI Viagra, al massimo dosaggio può far vedere blu

Secondo Rocco Damiano, responsabile Comunicazione Siu e ordinario all'Università Magna Graecia di Catanzaro, "è comprensibile che la disfunzione erettile possa essere vissuta come una condizione privata e personale, ma questo non dovrebbe impedire alla persona di migliorare la propria qualità di vita". Per questo "è fondamentale parlarne e cercare aiuto, che oggi è sempre possibile. Vergognarsi non ha senso, anzi: parlarne è utile e necessario. Già questo, di per sé, produce un giovamento psicologico sul paziente alleggerendo la tensione sull'argomento".


I pazienti non ne parlano

Ma il problema, per l'urologo, è che "gli italiani si confermano timidi (per usare un eufemismo), quando si tratta di affrontare questo genere di problemi. E l'indagine lo conferma: il 45% non ne parla con nessuno, il 65% ammette che si sentirebbe molto a disagio nel trattare l'argomento con il proprio medico, mentre solo una piccola percentuale degli intervistati riferisce di cercare aiuto nello specialista. E sbagliano di grosso, perché la disfunzione erettile non è soltanto un problema in sé, ma può rappresentare un campanello d'allarme per altre patologie, anche serie: dall'ipertensione al diabete, fino alla sindrome metabolica. Ecco perché diventa cruciale rivolgersi al proprio medico già alle prime avvisaglie del problema, per evitare guai anche peggiori".

LEGGI Attività fisica e dieta fanno bene a sesso e prostata

Scarsa conoscenza del problema

L'indagine evidenzia molte altre carenze. La conoscenza dei trattamenti per la disfunzione erettile nel nostro Paese è molto, troppo limitata. Più di un italiano su tre (il 36,5%) ignora che i problemi di erezione possano essere curati, l'84,5% degli intervistati ha sentito parlare solo di terapia farmacologica orale, mentre oltre il 90% ignora alternative, alcune persino scontate come un sostegno psico-sessuale, altre più complesse ma disponibili e sperimentate come la terapia iniettiva (iniezioni nei corpi cavernosi del pene), l'impiego dei vacuum device (i dispositivi meccanici che sfruttano il vuoto creato da una pompa aspirante per indurre un'erezione del pene), oppure la chirurgia protesica.

Anche gli europei sono poco informati. Dall'indagine dell'Eau emerge come la stragrande maggioranza degli intervistati sappia pochissimo di questa malattia. Quasi tutti non sanno che cosa comporta, uno su quattro non ha mai sentito parlare neanche di uno dei sette principali trattamenti terapeutici. E anche alla basilare domanda 'che cos'è la disfunzione erettile?', il 34% dà una risposta scorretta, mentre il 17% addirittura non lo sa. I meno preparati i tedeschi; i migliori gli spagnoli.