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martedì 23 febbraio 2010

Cuore: più rischi per gli uomini

Non è il sesso a ridurre il pericolo. Ma è probabilmente l'indicatore indiretto di uno stile sano


MILANO - Gli uomini che hanno più bassi livelli di attività sessuale risultano essere maggiormente a rischio di eventi cardiovascolari come infarti del miocardio e ictus. Lo indica uno studio appena pubblicato sulla rivista American Journal of Cardiology, che ha analizzato il rapporto tra attività sessuale e malattie cardiovascolari in una coorte di oltre 1.100 uomini di età compresa tra i 40 e 70 anni, che è stata seguita per circa sedici anni all’interno del Massachusetts Male Aging Study. Finora si sapeva che le malattie cardiovascolari sono più frequenti tra gli uomini che hanno difficoltà ad intraprendere rapporti sessuali a causa di problemi di erezione, e che questi problemi sono più diffusi tra i fumatori, le persone in soprappeso, oppure affette da ipertensione e diabete. Questo è però il primo studio che allarga l’orizzonte alle correlazioni esistenti tra vita sessuale e rischio cardiovascolare.

LO STUDIO - Gli autori, guidati da Susan Hall del New England Research Institutes di Watertown nel Massachusetts, hanno ipotizzato diverse possibili spiegazioni della correlazione emersa dalla ricerca. La prima è che forse, semplicemente, chi ha un’attività sessuale più soddisfacente si trova in generale in migliori condizioni di salute, che appunto gli consentono di provare attrazione sessuale e di impegnarsi nel rapporto. Un’altra ipotesi è invece che l’attività sessuale stessa possa rappresentare una forma di benefica attività fisica che risulta quindi protettiva per il cuore. Infine, c’è anche un’ipotesi più relazionale: gli uomini che hanno un maggior numero di rapporti sessuali sono probabilmente anche quelli che vivono una relazione affettiva stabile, che risulta protettiva nei confronti dello stress esistenziale e che funge da supporto emotivo, riducendo così il rischio di eventi cardiovascolari.

I MOTIVI - «Credo che il fatto di avere un più alto livello di attività sessuale possa essere considerato una sorta di marker di buone condizioni generali di salute» dice il dottor Stefano Urbinati, primario di cardiologia dell’Ospedale Bellaria Azienda Usl di Bologna commentando lo studio. «In altre parole, probabilmente non è tanto l’attività sessuale a ridurre il rischio di eventi cardiovascolari, ma il fatto che chi ha un’attività sessuale soddisfacente spesso ha anche uno stile di vita sano: più frequentemente fa attività fisica –compresa l’attività sessuale-, non fuma, presta più attenzione ad alimentarsi correttamente, a tenere sotto controllo la pressione arteriosa e gli altri parametri metabolici, come la glicemia. Il ragionamento vale anche per chi dovesse aver già avuto un infarto: chi supera meglio l’evento, sia dal punto di vista fisico che psicologico, magari supportato da un percorso riabilitativo, è molto probabile che possa tornare precocemente ad una vita attiva e completa anche dal punto di vista sessuale».

Danilo di Diodoro

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