Dott. Mario De Siati Andrologo Urologo cell 3396412331

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domenica 25 luglio 2010

Andrologo: il miglior amico di lui (ma lui lo sa?)

Chi e' l'andrologo e di che cosa si occupa?
Defaillances sotto le lenzuola, infertilità e infezioni: ne soffrono cinque milioni di uomini italiani e l'andrologo è per l’uomo ciò che il ginecologo è per la donna. O meglio, dovrebbe esserlo dato che la maggior parte degli italiani non gli ha mai fatto visita. Sembra un dato assurdo visto che le ultime statistiche parlano di oltre il 30% degli uomini affetto da un disturbo sessuale che rischia di compromettere la salute generale e l’intesa di coppia; inoltre, dato preoccupantissimo, un 18enne su due è a rischio infertilità per malattie a trasmissione sessuale o piccole anomalie non diagnosticate!

La fertilità, ma, soprattutto la sessualità del maschio è così complessa, e, negli ultimi anni, così travagliata che vi è la necessità di una figura chiara: il punto di riferimento per le patologie genitali maschili, dalle malattie sessualmente trasmissibili ai tumori del testicolo, al cancro della prostata, alle disfunzioni erettili, alla dispermia. Ma quali sono le domande che più frequentemente l'adolescente o il giovane adulto rivolge all'andrologo?

Il problema fertilità pare interessare poco, o meglio, interessa in via indiretta. Gran parte dei giovani dai 18 ai 25 anni si presentano in ambulatorio per il problema del varicocele, strettamente connesso alla fertilità. Domanda tipo: "Alla vista di leva mi hanno trovato un varicocele. Cos'è? Devo operarmi?"
Il varicocele è una patologia delle vene provenienti dal testicolo, soprattutto il sinistro, che subiscono una dilatazione e una deformazione sì da formare dei grumi venosi vicino al testicolo stesso paragonati, nei casi più evidenti, a "interiora di pollo". Tale patologia che comincia ad evidenziarsi alla pubertà, oltre ad un evidente inestetismo, è soprattutto causa di alterazioni sia della temperatura che della ossigenazione del testicolo, con conseguente alterazione nella produzione degli spermatozoi, con complicanze che possono condurre, nei casi più gravi, alla sterilità. La diagnosi precoce e il precoce trattamento chirurgico, evitando lesioni irreversibili, può condurre a reintegrare la funzione riproduttiva.

Più importanti però paiono ai ragazzi giovani i problemi della morfologia e del volume del loro organo sessuale. Quindi due sono le domande più frequenti:

"Cosa ne pensa della lunghezza del mio pene?"
Si parla di pene piccolo o micropene solo se, in erezione la misura dall'arco pubico alla cima dell'asta è sugli 8 cm circa: in tal caso vi può essere qualche difficoltà nei rapporti. E' evidente che il giudizio dell'andrologo non può essere espresso a pene flaccido ma è il paziente che deve automisurarsi. E' altresì noto che, nel rapporto sessuale, la misura del pene sia di importanza relativa in quanto la vagina si adegua alle sue dimensioni. Molto più importante è la sua rigidità.

"In erezione non va verso l'alto, ma si incurva in altra direzione. Posso avere problemi nei rapporti?"
Il problema dell'incurvamento nei ragazzi è dovuto ad un anomalo sviluppo dei corpi cavernosi o del corpo spongioso dell'uretra. Questi tre sistemi, che al momento dell'erezione si riempiono, soprattutto i cavernosi, di sangue, devono svilupparsi, durante l'infanzia e la pubertà, simmetricamente. Se ciò non avviene, l'asimmetria e il conseguente incurvamento si evidenzia al momento dell'erezione. Per risolvere il problema sono indicati interventi di raddrizzamento soprattutto se l'incurvamento è tale da impedire o rendere doloroso il rapporto sessuale. Si invita quindi il paziente a fornire una foto del pene in erezione da varie angolature per valutare la necessità o meno di un intervento correttivo.

Adesso vediamo alcuni casi nei quali, nelle varie fasi della vita di un uomo, una visita andrologica, è necessaria e consigliata


Infanzia:
- Quando i piccoli testicoli non sono posizionati nella loro sede, cioè quando non si trovano all'esterno del corpo nel sacco scrotale e sono ritenuti all'interno dell'addome, oppure sono retrattili, cioè tendono a risalire facilmente nell'addome.
- In caso di ernia inguinale, anche se già operata nella primissima infanzia.
- Quando vi sia un troppo rapido sviluppo sessuale rispetto al'età ("pubertà precoce")


Adolescenza:
- Quando lo "sviluppo puberale", cioè le modificazioni corporee che trasformano il ragazzo in un giovane adulto, non inizia o tende a ritardare ("pubertà ritardata").
- Quando siano presenti genitali troppo piccoli in rapporto all'età (ipogonadismo).
- Quando è presente una eccessiva crescita della mammella nel ragazzo durante la pubertà ("bottone mammario" o ginecomastia).
- Quando siano presenti anomalie anatomiche del pene come la difficoltà nello scorrimento della cute sul pene, ovvero una difficoltosa retrazione del prepuzio sul glande, curvature notevoli del pene (pene curvo) etc.
- Quando si sospetti la presenza di varicocele

Età Adulta:
- Quando l' "appetito" sessuale" (libido) sia carente.
- In caso di disfunzione erettile, cioè in presenza di difficoltà temporanea o permanente ad ottenere o mantenere uno stato sufficiente di erezione durante l'attività sessuale.
- Quando non si riesce a controllare efficacemente il momento dell'eiaculazione durante il rapporto sessuale (eiaculazione precoce).
- Quando manca l'eiaculazione e/o l'orgasmo o quando siano comunque presenti difficoltà in queste fasi dell'attività sessuale.
- Quando non si riesce ad avere figli (infertilità).
- Quando siano state rilevate alterazioni nell'esame del liquido seminale, cioè nello spermiogramma, o siano stati rilevati batteri nel liquido seminale (spermiocoltura positiva).
- In caso di malattie infiammatorie-infettive delle vie genitali ed urinarie (prostatiti, vescicoliti, uretriti, cistiti ricorrenti etc.) oppure quando esse siano state individuate dal ginecologo nella compagna
- Quando si noti l'emissione di liquido seminale di colorito brunastro o con tracce di sangue.
- Quando c'è dolore durante il rapporto sessuale a livello del pene o nella parte bassa dell'addome durante l'eiaculazione.
- Quando si manifestano dolori testicolari di qualunque natura, o compaiono noduli o variazioni di volume o di forma del testicolo, o ancora, un testicolo è visibilmente più basso dell'altro.
- Quando sappiamo essere presente un varicocele, cioè una dilatazione varicosa delle vene al di sopra del testicolo (più frequente a sinistra) .
- Dopo traumi importanti dei genitali o della pelvi, cioè della parte più bassa dell'addome.
- Quando si impiegano farmaci anabolizzanti per l'attività sportiva.
- Quando si voglia conseguire una contraccezione completa ma irreversibile utilizzando la vasectomia.

Terza Età:
- Dopo i cinquanta anni, anche in assenza si disturbi (per prevenzione).
- Quando il vigore sessuale inizia a diminuire e si manifestano deficit dell'erezione, calo della libido, riduzione della capacità di eiaculazione.
- Quando compaiono noduli, restringimenti, curvature, aree dolorose a livello del pene che prima non erano presenti.
- Quando siano presenti malattie prostatiche come l'eccessiva crescita della ghiandola prostatica o disturbi urinari come la necessità di urinare durante la notte, urinare troppo spesso o con troppa urgenza durante il giorno, o ancora quando il getto delle urine non ha più la forza efficace.
- Dopo ogni trattamento chirurgico della prostata e più in generale interventi che abbiano interessato la pelvi, ovvero la parte più bassa dell'addome .
- Quando siano presenti malattie come il diabete, l'insufficienza renale, cardiopatie ischemiche (prevenzione o cura dei danni andrologici) o quando si devono assumere cronicamente farmaci contro l'ipertensione, l'infarto, l'ulcera, l'ipertrofia prostatica o anche psicofarmaci (prevenzione o cura del danno andrologico da farmaci)

di Emanuela Cerri

martedì 20 luglio 2010

I farmaci contro la disfunzione erettile influenzano positivamente la capacita' fertilizzante in vitro

I farmaci che curano la disfunzione erettile, inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 (il Viagra contenente il sildenafil, il Levitra che sfrutta le proprietà del vardenafil e il Cialis con il tadalafil) influenzano positivamente la capacità fertilizzante degli spermatozoi in vitro. E' quanto emerge dal convegno “Fattori di rischio di infertilità, aspetti clinici, normativi, etici” promosso dal Centro di Crioconservazione dei Gameti maschili dell'Azienda ospedaliera universitaria di Padova diretto dal professor Carlo Foresta, ordinario di Patologia clinica. La giornata di studio, in corso oggi in Aula Morgagni al Policlinico, vede la partecipazione di andrologi, endocrinologi, urologi e ginecologi provenienti dal Nordest Italia.


I ricercatori del Centro padovano hanno dimostrato che gli spermatozoi umani, se coltivati in presenza delle molecole solitamente impiegate per la cura della disfunzioni erettile alle concentrazioni che di norma si raggiungono durante il trattamento standard, modificano le proprie funzioni cellulari e in particolare incrementano significativamente la motilità progressiva consentendo una più efficace penetrazione nell'ovocita.
Questi risultati sono stati pubblicati sull'ultimo numero del Journal of Endocrinological Investigation, rivista internazionale della Società italiana di Endocrinologia.

I profilattici proteggono dalle malattie

La differenza di quanto sostenuto da recenti e precedenti studi il profilattico può salvare dalle malattie sessualmente trasmesse e in particolare dal papilloma virus, come testimonia una ricerca pubblicata sulla Rivista delle malattie infettive.
Le malattie sessualmente trasmissibili, uno dei più seri problemi di salute pubblica in tutto il mondo, sono in netto aumento non a causa della precocità dei rapporti sessuali da parte dei giovani, come si sosteneva in passato, ma soprattutto a causa della maggiore mobilità e all’aumento della tendenza ad avere rapporti sessuali con più partner senza alcuna protezione.
Cresce dunque il numero delle infezioni e cambia l’età dei contagiati nei paesi occidentali: non più giovani adolescenti, un terzo dei 333 milioni di casi stimati in tutto il mondo ogni anno (esclusi i casi di Aids), ma sempre più adulti tra i 30 e i 45 anni residente in Europa.
È l’allarme lanciato anche dagli andrologi all'ultimo Congresso Nazionale della Società Italiana di Andrologia a Catania

Se fino a qualche anno fa, infatti, l’attenzione maggiore era rivolta ai Paesi poveri dove le MST colpivano principalmente giovani sotto i 25 anni di età (l’85% dei ragazzi tra i 10 e i 24 anni) a causa della disinformazione e della difficoltà di accesso ai contraccettivi meccanici, primo fra tutti il preservativo, oggi il nuovo allarme riguarda il mondo occidentale, Italia compresa.
In Europa dal 2000 ad oggi si è osservato un notevole incremento dell’incidenza della malattie sessualmente trasmissibili, prime fra tutte Chlamydia con 3 casi su 100, Sifilide con un numero di casi raddoppiato rispetto a 9 anni fa, e Aids con circa 4.000 nuove infezioni l’anno Questo ci deve invitare ad una riflessione soprattutto per quanto riguarda la necessità di fornire informazioni adeguate ai nuovi target. Perché ad esserne più colpiti non sono gli adolescenti, ma i trentenni e quarantenni. Un innalzamento dell’età che forse va collegato al fatto che la famiglia tradizionale negli ultimi anni è entrata in crisi: per i nuovi single, reduci da separazioni o divorzi, si moltiplicano le occasioni d’incontro, le storie diventano più brevi e instabili e aumentano i rapporti occasionali a rischio.
Nel nostro Paese 19 casi di MST su 20 riguardano individui al di sopra del 25 anni.
L’Aids è un esempio emblematico per illustrare questa drammatica inversione di tendenza: all’inizio della scoperta della malattia, negli anni ‘80-90, la fonte principale di contagio era la tossicodipendenza, mentre oggi la trasmissione avviene principalmente per via sessuale, sia eterosessuale (43,7%), sia omo/bisessuale (22%). In Italia la percezione del rischio sembra essere minore tra certe categorie di persone, e così cambia l’età media della gente che contrae il virus: ormai supera i 40 anni, con un incremento fra le donne che rappresentano la metà dei malati.
Secondo gli andrologi italiani, a rendere ancora più attuale il problema delle MST contribuiscono i numerosi viaggi all’estero e l’immigrazione verso l’Europa, in particolare dai Paesi dell’Est e dall’Africa, regioni in cui l’incidenza della MST è 100-150 volte più alta che nell’Europa occidentale.

L’elenco delle MST comprende oltre 20 patologie causate da batteri, virus e parassiti Un maschio su 3 è affetto da condilomi ano-genitali, uno su 10 dall’herpes genitale o da un’infezione da Chlamydia, uno su 5 ha un’uretrite batterica. Dati significativi che, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, generano oltre 100 mila visite specialistiche ogni anno. La responsabilità principale è da attribuire al non utilizzo del preservativo, l’unico strumento con il quale è possibile fare prevenzione.
A sottolineare la criticità della situazione è uno studio realizzato da me, autore dell'articolo, in due città, Genova e Roma, su una popolazione di 1.872 maschi e 482 donne per verificare in che percentuale viene utilizzato il profilattico e in quale fascia di età. Dallo studio è emerso che il 45,4% dei maschi ed il 17,5%% delle donne aveva avuto rapporti occasionali e di questi oltre il 18,4% dei soggetti (20% donne e 18% uomini) non aveva utilizzato il preservativo.
Da un’analisi più dettagliata per fasce d’età è emerso che quasi un uomo su 3 tra i 31 ed i 45 anni aveva avuto rapporti sessuali occasionali senza l’uso del preservativo (31,4% di questa fascia di età) rispetto al 18,5% dei soggetti tra i 46 ed i 55 anni ed il 13% tra i 56 ed i 65 anni.
Tra i giovani nella fascia di età tra i 18 ed i 30 anni, il 72% dei maschi e l’80% delle femmine aveva preteso l’utilizzo del profilattico nei rapporti occasionali.
Infine, il 18% degli uomini ed il 2% delle donne che avevano avuto rapporti senza alcuna protezione hanno riferito infezioni da Chlamydia, Gonorrea, Candidosi, Papilloma Virus e Aids.
L’educazione all’utilizzo del preservativo potrebbe partire dalla aziende produttrici di farmaci contro la disfunzione erettile Un suggerimento potrebbe essere quello di regalare un profilattico per ogni compressa di farmaco venduta.



Aldo Franco De Rose*
*Specialista Urologo e Andrologo
Clinica Urologica Genova

giovedì 15 luglio 2010

IL FUMO CAMBIA L’ESPRESSIONE DEI GENI

Da uno studio pubblicato su BMC Medical Genomics è emerso che quando si fuma cambia il livello di attività di ben 323 geni umani. Lo studio e' stato condotto da Jac Charlesworth della Southwest Foundation for Biomedical Research in Texas. Gia' di recente una ricerca del Wellcome Trust Sanger Institute di Cambridge in Gran Bretagna aveva dimostrato i danni che causano le sigarette ai geni e si era calcolato che per ogni 15 sigarette fumate nel Dna del fumatore compare una mutazione genetica.
I ricercatori Usa, invece, dimostrano ora che le sigarette sregolano quella che i biologi chiamano 'espressione dei geni'. Gli esperti per la prima volta hanno arruolato un gruppo cospicuo di persone, 1240 tra fumatori e non e hanno osservato i danni provocati dal fumo registrando il livello di attivita' del genoma nelle cellule del campione. I geni che mutano attivita' in risposta al fumo sono di vario tipo: geni del sistema immunitario, geni legati alla morte cellulare programmata, geni noti per avere un legame con certi tumori, geni del metabolismo di particelle estranee.

mercoledì 14 luglio 2010

PENE CURVO CONGENITO


Malformazione congenita del pene caratterizzata da asimmetria di sviluppo dei 2 corpi cavernosi che formano l'asta o del corpo spongioso dell'uretra.
L’incurvamento può essere rivolto verso sinistra,verso destra, verso l’alto e verso il basso.Se la curvatura rende difficoltosa la penetrazione è necessario l'intervento di corporoplastica per raddrizzare il pene.

giovedì 8 luglio 2010

LA FERTILITA’ DEI MASCHI DIMINUISCE IN PROPORZIONE ALL’AUMENTO DEL PESO

Nei maschi obesi gli spermatozoi sono pochi e lenti e circa il 20% dei pazienti obesi risulta infertile. Lo hanno dimostrato i medici del Centro di crioconservazione dei gameti maschili dell'azienda ospedaliera universitaria di Padova, diretto dal professor Carlo Foresta, ordinario di Patologia clinica, che hanno presentato lo studio al convegno "Fattori di rischio di infertilita', aspetti clinici, normativi, etici", a Padova. I ricercatori hanno studiato la fertilita' in un gruppo di uomini obesi riscontrando una riduzione del numero e della motilita' degli spermatozoi che si rivela proporzionata all'entita' dell'obesita'. Inoltre, valutando la qualita' degli spermatozoi mediante tecniche di biologia molecolare, e' stato evidenziato un incremento delle anomalie a carico della struttura del Dna spermatico.
L'analisi dei dati porta a considerare che ogni incremento di 10 chili rispetto al peso normale dell'individuo riduce la fertilita' del 10%. Alla base di questa modificazione vi è l'alterazione dell'equilibrio ormonale dell'obeso, ma soprattutto le condizioni anatomiche che determinano l'aumento di temperatura dei testicoli.