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giovedì 7 marzo 2013

Infertilita’ maschile e strategie di prevenzione sul territorio


Infertilita’ maschile e strategie di prevenzione sul territorio
Carlo Foresta
Università degli studi di Padova
L’infertilità maschile è un problema medico e sociale e, da solo, rappresenta circa la metà delle cause dell’infertilità di coppia che a sua volta riguarda circa il 15-20% delle coppie in età fertile. Studi epidemiologici della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (SIAMS), hanno evidenziato che in Italia 1 maschio su 3 è a rischio di infertilità. Da questi dati emerge, infatti, che circa il 30% della popolazione in età riproduttiva (13-55 aa) presenta fattori di rischio per l’apparato riproduttivo. Nel solo 2007 sono stati eseguiti circa 80.000 interventi di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) e l’Italia è stato il primo Paese in cui è avvenuto il fenomeno del crossing over, cioè i residenti con più di 60 anni hanno numericamente superato i giovani sotto i 20 anni. Ipotizzando che questo andamento si protragga nel tempo, entro la fine del secolo la popolazione italiana d’origine si ridurrà ad 1/6 dell’attuale. Questi dati impongono una riflessione sulle strategie sanitarie, politiche e sociali da adottare al fine di prevenire o diagnosticare il più precocemente possibile condizioni di rischio o patologie che affliggono la fertilità maschile. Considerando la prevenzione primaria l’arma migliore per combattere l’infertilità, in primo luogo è d’obbligo informare i giovani sui fattori di rischio, gli stili di vita e l’abuso di sostanze che mettono a repentaglio la salute ed in particolare quella andrologica.
I principali fattori di rischio dell’infertilità maschile sono il criptorchidismo, il varicocele, i tumori del testicolo, i traumi e le torsioni testicolari, le infezioni del tratto riproduttivo, le cause iatrogene, le patologie sistemiche ed endocrine e le cause genetiche. Sono stati individuati poi fattori di rischio che hanno ancora delle evidenze limitate come l’esposizione a fattori tossici ambientali ed occupazionali, alcuni stili di vita, il fumo, la temperatura scrotale, l’età, la familiarità per infertilità e alcuni polimorfismi genetici. In Italia il varicocele colpisce circa il 20% della popolazione tra 18 e 55 anni riguardando così circa 2,7 milioni di maschi. Il
criptorchidismo, che è un fattore di rischio non solo per l’infertilità ma anche per l’ipogonadismo ed il tumore del testicolo, ha una prevalenza del 3,5%, e si contano circa 1500 casi/anno di tumore del testicolo. Queste patologie così diffuse, che sono tra le minacce più gravi alla salute generale ed andrologica, possono essere monitorate e trattate laddove necessario, senza così nuocere, se individuate precocemente. Per raggiungere tale obbiettivo, è fondamentale educare i giovani maschi ad avere cura del proprio corpo dando giusto peso ad eventuali segni e sintomi, e a mettere in atto manovre, come l’autopalpazione testicolare, semplici ma efficaci nel mettere in luce eventuali patologie. Un capitolo altrettanto importante per la fertilità è costituito dalle
patologie sessualmente trasmesse e, oltre agli ormai noti e dimostrati agenti patogeni che interessano l’apparato riproduttore come E.Coli, Klebsiella, Enterococco, Clamidia e Micoplasma. Recentemente la letteratura internazionale ha individuato il papillomavirus (HPV) come nuovo fattore di rischio per la salute andrologica. Tale infezione considerata quasi esclusivamente di pertinenza femminile poiché possibile causa del tumore della cervice uterina, recentemente è stato chiamato in causa anche nell’ambito della salute andrologica. Crescenti evidenze hanno messo in luce e stanno chiarendo molteplici aspetti di tale infezione nel maschio, non solo per il ruolo che l’uomo gioca come vettore del virus per la donna, ma anche in
relazione alle patologie ad esso associate. Si stima che circa il 70-80% dei maschi sessualmente attivi contragga l’infezione da HPV in qualche momento della propria vita e, nonostante la maggior parte delleinfezioni sia asimtomatica e si risolva spontaneamente, tuttavia, questo virus è causa nel maschio di condilomi, neoplasie ed infertilità. Per la trasmissione di tale virus è sufficiente il contatto, sia esso genitale-genitale, mano-genitale o orale-genitale, ma non è ancora noto il tempo di clearance dell’infezione, e questo rende necessario non solo il follow-up di entrambi i partners della coppia infetta, ma anche un counseling mirato, con l’obbiettivo di ridurre le possibilità di diffusione dell’infezione e di accelerare il tempo di eliminazione del virus. Infine, un tema fondamentale per il quale è necessario ed urgente individuare una soluzione, è rappresentato dall’obesità, considerata
dall’OMS l’epidemia del XXI secolo ed in continuo aumento soprattutto nei paesi industrializzati. In Italia, circa il 50% degli uomini in età fertile sono in sovrappeso o obesi ed il Secular Trend ha messo in evidenza come a fronte di un incremento della statura di 12cm, vi sia un aumento dell’indice di massa corporea (BMI), una riduzione delle dimensioni del pene e dei volumi testicolari ed un alterato rapporto tra i segmenti corporei. Se è stato ormai dimostrato che nella donna in età riproduttiva l’obesità provoca anovulazione, ridotti tassi di concepimento ed aumentato rischio di complicanze durante la gravidanza, per quanto riguarda la fertilità maschile non esistono ad oggi dati chiari. Tuttavia, sembra evidente che la riduzione del peso ed in particolare del grasso viscerale si associa al miglioramento della funzione riproduttiva anche in termini di miglioramento della qualità del liquido seminale. Altri potenziali fattori di rischio quali ad esempio stili di vita, condizioni lavorative, farmaci, inquinamento ambientale ecc., dovranno essere ulteriormente indagati per meglio comprendere il loro ruolo nell’infertilità maschile. In tutto ciò, l’andrologo gioca sicuramente un ruolo chiave nella prevenzione, diagnosi e terapia dell’infertilità, ma è necessario uno sforzo sanitario, politico e sociale congiunto se si vuole ridurre significativamente l’infertilità maschile ed i costi sanitari ad essa correlati.

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