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lunedì 25 settembre 2017

Uno stile di vita sano aumenta l’aspettativa di vita e ritarda la disabilità

Uno stile di vita sano aumenta l’aspettativa di vita e ritarda la disabilità

2017-09-18 
A cura di: Marco Cambielli e Paolo Spriano – MMG Varese e Milano
  

 

E’ evidenza accertata che una popolazione anziana più in salute può ridurre i costi della sanità pubblica. La prevalenza di fumo ed obesità, aggiunti al consumo eccessivo di alcolici, è stata indicata come fattore determinante dell’invecchiamento più o meno sano degli anziani in molte ricerche, soprattutto originate negli USA. Prove recenti confermano quanto sia un ottimo investimento, per un soggetto anziano, adottare uno stile di vivere sano e quanti anni di vita e autonomia guadagnare.

L’importante conferma è arrivata dall’ Health and Retirement Study (1), studio che ha messo a fuoco le condizioni che possono compromettere la sopravvivenza e la capacità funzionale degli anziani, analizzando tre fattori (fumo, obesità e alcool) associati e presi singolarmente e il loro impatto nello stile di vita. Lo studio longitudinale è stato condotto sui dati forniti dal 1998 da 14.804 persone di età compresa tra 50 e 74 anni mediante questionari somministrati ogni 2 anni con un follow-up superiore all’85% corrispondente a 153.991 anni/persona. Tra il 2000 ed il 2012 tra i soggetti partecipanti allo studio sono state registrate 4305 morti e 6795 passaggi ad una disabilità.

La disabilità è stata definita come limitazione di almeno una delle attività comuni nella vita giornaliera: camminare, vestirsi, lavarsi, andare a letto ed uscire dal letto e mangiare. I pazienti sono stati catalogati come fumatori attuali, da sempre non fumatori o non fumatori attuali ma con precedenti di fumo; l’obesità come fattore di rischio è stata definita da un BMI di almeno 30.0 kg/mq, e le categorie riferite al consumo di alcool sono state definite come non bevitori o bevitori irregolari, bevitori pesanti (almeno 1 volta al dì e 14 o più unità/settimana per gli uomini e 7 o più unità per le donne) e bevitori moderati (almeno 1 volta al dì e meno di 14 unità/settimana per gli uomini e meno di 7 per le donne); questi ultimi furono considerati a basso rischio. Ricordiamo che un’unità equivale a un bicchiere di vino (circa 150 ml), o una lattina di birra, o un bicchierino di superalcolico (circa 40 ml) e che ognuno di questi drink contiene 12 g di etanolo).

Riguardo l’inizio della disabilità i maschi obesi diventarono disabili a 64,9 aa , mentre le donne a 63,0 aa, in anticipo di 3 anni rispetto agli uomini non obesi e di 6 anni rispetto le donne non obese. I soggetti non obesi, maschi e femmine, che non hanno mai fumato ebbero la prima inabilità incidente a 71,0 anni, 3,5 aa più tardi che la popolazione globale; i soggetti non obesi che non hanno mai fumato e che erano bevitori moderati avevano uno spostamento della prima disabilità incidente più in avanti, a 72,1 aa per gli uomini e 75,2 aa per le donne.

L’aspettativa di vita considerata globalmente, era di 77,7 aa per gli uomini e di 81,4 aa per le donne: le donne trascorrevano gli ultimi 5,8 aa di vita disabili mentre gli uomini gli ultimi 4 aa. I non obesi avevano meno tempo trascorso da disabile prima della morte, e gli obesi avevano un’aspettativa di vita libera da disabilità più breve di 2,3 aa per gli uomini e 4,8 aa per le donne. I non fumatori, maschi e femmine, avevano un’aspettativa di vita globalmente maggiore e vivevano più a lungo anche con una disabilità rispetto ai fumatori. Nel confronto tra bevitori moderati e forti bevitori e non bevitori o bevitori occasionali, i bevitori moderati avevano aspettative di vita e di vita senza disabilità maggiori. Uomini e donne non obesi e non fumatori vivevano circa 4 anni in più rispetto la media; i non obesi, non fumatori e bevitori moderati vivevano circa 7 anni in più della media: e, rilievo importante, quasi tutto questo vantaggio era dovuto ad una aspettativa di vita senza disabilità.

In contrasto, donne e uomini obesi che non avevano mai fumato e che non erano bevitori moderati avevano aspettativa di vita e di tempo libero da disabilità più brevi rispetto alla media: per esempio donna di 50 anni non fumatrice, non obesa e moderata bevitrice può vivere fino a 89 anni, circa 12 anni di più di una donna di 50 anni, obesa che ha sempre fumato e che non beve moderatamente; per gli uomini la differenza tra le 2 categorie è poco più di 11 anni.

In una analisi separata è stato inoltre evidenziato che i soggetti non obesi che avevano smesso di fumare 10 o più anni prima di iniziare la survey e che erano bevitori moderati avevano una aspettativa di tempo senza disabilità e di vita solo di un anno più breve dei non obesi, mai fumatori, bevitori moderati. Una conferma che smettere di fumare è comunque sempre un’ottima decisione perché aumenta la longevità, mentre l’obesità ha un effetto legato alla durata della condizione.

Di conseguenza vengono identificate le iniziative che anche le autorità pubbliche devono porre di fronte alla popolazione, tra cui la reiterazione delle campagne antifumo, tasse aggiuntive sulle sigarette, sull’alcool e su bevande e cibo potenzialmente associati all’obesità, ciò al fine anche di un utilizzo più oculato delle risorse pubbliche e al di là dell’importanza per la pratica clinica quotidiana.

Bibliografia

Neil Mehta and Mikko Myrskylä. The Population Health Benefits Of A Healthy Lifestyle: Life Expectancy Increased And Onset Of Disability DelayedHealth Affairspublished online July 19, 2017

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CORP-1231972-0000-MSD-NL-09/2019

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